Grottaminarda. Diventa sempre più nero, come documentato dalle ultime foto scattate, il fiume Ufita. Mentre, dopo il sopralluogo di domenica scorsa del Comitato per la Tutela del territorio, fatto insieme ad alcuni giornalisti, sono intervenuti i Carabinieri del Corpo Forestale, di Ariano e della Baronia. E l’Arpac che, una volta vista la documentazione girata, sulle sponde del fiume malato, hanno aperto le indagini. E hanno avvertito il responsabile del Comitato, Anselmo La Manna, che ha consegnato proprio ieri il film girato domenica mattina. E che, sui social, stanno informando i cittadini sullo stato in cui versa il fiume Ufita. In uno di questi, apparso ieri mattina su Facebook, La Manna fa vedere come l’acqua del fiume tende a diventare sempre più scura e con un odore acre. E proprio in prossimità del depuratore. Sarà un caso, e saranno gli inquirenti a stabilirlo, ma da quelle parti a poche centinaia di metri c’è il depuratore dell’Asi, che lavora le acque che scaricano le aziende della zona. Che sono piccole, medie e grandi. E che lavora, come ci hanno detto gli addetti alla custodia, a scartamento ridotto. Pensare che, fino agli anni 80 del secolo scorso, il fiume Ufita era abitato da rane e barbi. Dei quali, ovviamente, oggi non se ne vede nemmeno uno. Meno di quindici giorni fa, il primo, rinnovato, allarme sul versante che guarda Melito Irpino. E la situazione non è, certamente, migliorata. Intanto a seguito di quello che sta succedendo è stato creato, su Facebook un gruppo:”Amici per il Parco Acquatico del fiume Ufita”. Perché, questo, è un vecchio sogno degli ambientalisti. Quello appena nato é un gruppo pubblico che progetta la realizzazione di un sogno per il bisogno di vivere la natura all’aria aperta in un ambiente pulito e curato. Giancarlo Vitale