Benevento – Il ricordo di Abdoul Barry, il ventunenne guineano scomparso prematuramente a causa di una irreversibile malattia, diventa simbolo di solidarietà e umanità. A sancirlo, non l’espressività di un atto formale ma la corale fratellanza, silenziosa e composta della città di Benevento e di tutto il Sannio che si sono raccolti intorno ad un giovane rifugiato e ai suoi sogni infranti da un crudele destino. È quanto sarà ricordato nel corso di una cerimonia di commemorazione organizzata dai docenti dell’Istituto Alberti di Benevento (del corso serale di Finanza e Marketing, dove Abdoul rincorreva i suoi sogni di riscatto) e gli operatori del Cas di Torrecuso nella Sala Consiliare di Palazzo Mosti a Benevento, domani 25 febbraio, con inizio alle 11,30. Sarà un momento per esprimere gratitudine a quanti hanno aderito alla raccolta fondi per far ritornare a casa, tra i suoi affetti più cari, la salma di un giovane sognatore, con una immensa voglia di riscatto e tanta libertà nel cuore. Un “incontro” per ringraziare, altresì, le istituzioni quali la Questura e la Prefettura di Benevento che di concerto con il Consolato della Guinea hanno espletato in modo rapido gli iter burocratici consentendo il rientro del corpo di Abdoul nel paese natale in tempi brevissimi.
È ancora una volta la Scuola a dare un messaggio chiaro ed inequivocabile: la speranza, intesa nel senso assoluto del termine, un modello di responsabilità morale e civile, mettendo al primo posto l’universalità di alcuni valori che non sono solo quelli prettamente educativi ma che sbugiardano gli sporadici episodi venuti alla ribalta della cronaca italiana in questi ultimi giorni. I docenti dell’Alberti, con gli operatori del Cas di Torrecuso, i tanti medici del Rummo e l’ineguagliabile generosità e umanità dei tanti sanniti che, aderendo alla raccolta fondi, hanno dimostrato abbondantemente che in Italia l’integrazione e l’accoglienza sono valori aggiunti non una condizione possibile. Che il rispetto alla persona è a prescindere dai tanti preconcetti; che il desiderio di libertà e di riscatto è un diritto che non va normato, né quantificato: è un reciproco valore, aggiunto, di condivisione al bene comune; un dono mutuo di diversità nell’unicità dell’uguaglianza.
Jenny Capozzi