Il Touring Club Italiano e Club Territorio “Paesi d’Irpinia” organizza il ”Cammino di San Guglielmo”.
Il pellegrinaggio partirà domenica 15 maggio da Bagnoli Irpino e si concluderà all’Abbazia del Goleto, percorrendo i passi di San Guglielmo.
Il Santo nasce a Vercelli, a soli 14 anni, nel 1099,decide che la sua vita ha bisogno di sola preghiera e di pellegrinaggio. Si spoglia di ogni cosa e, a piedi scalzi, parte verso Santiago de Compostela. Tornato dalla Spagna si dirige verso la Terra Santa ma Dio lo vuole sul Partenio.
Si stabilisce sul ”Monte di Virgilio”, dove veniva celebrata, durante il paganesimo, la madre delle madri: Cibele. Si narra anche che Virgilio avesse piantato un giardino aromatico utilizzato, ancora oggi, dai monaci nella loro erboristeria per fare liquori, tisane, dolciumi e vini.
A proposito della grande energia femminile sul Monte, nel monastero c’è un sentito culto della Madonna. Si rivolgono a lei soprattutto donne celibi che cercano marito, vedove, donne divorziate; è diventata la padrona ufficiosa degli omosessuali.
Sul Partenio San Guglielmo fonda, il monastero di Montevergine e l’ordine dei monaci verginiani restandovi molto poco: l’affluenza di pellegrini era esagerata per la personalità eremitica del Santo.
Così si sposta un po’ più giù, fondando nell’Abbazia del Goleto, un monastero doppio con grande prevalenza di donne.
Qui muore San Guglielmo il 25 giugno 1142. Dopo la sua morte l’abbazia ha avuto periodo splendenti per finire soppressa con l’ordinanza di Napoleone Bonaparte nel 1807 e le spoglie trasferite a Montevergine.
Solo a partire dal 1973, con l’intervento del Ministero dei Beni culturali e della Sovraintendenza delle belle arti di Avellino e Salerno, la struttura è stata restaurata.
San Guglielmo è diventato il protettore dell’Irpinia e non a caso nell’iconografia è rappresentato sempre insieme al lupo, l’animale totemico irpino. Secondo le leggende in più occasioni è riuscito a domare la bestia feroce.
Quelli erano gli anni in cui il pellegrinaggio era un ”topos” intorno al quale giravano le personalità dei santi o, almeno, della devozione. Il cammino come catarsi, penitenza e cura dell’anima.
Oggi pellegriniamo con auto, treni, aerei, navi e tutto ciò che è super veloce e di freddo metallo.
Una tiepida domenica di Maggio, con i suoi odori primaverili, può essere l’ideale per stimolare la riconessione con la natura, per reimparare l’arte dell’attesa, dei passi lenti, della fatica e del sacrificio, dell’ascolto della natura o del compagno di passo.
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