Sarà che mi manca la vocazione al presenzialismo, sarà che non sempre mi trovo nelle condizioni di seguire da vicino le tante e lodevoli iniziative che pure si mettono in campo per dare prospettive significative al desiderio di star meglio e di contribuire alla valorizzazione del patrimonio che abbiano a portata di mano, un fatto è certo ed è che poche volte partecipo da posizione ravvicinata a convegni di notevole spessore. Ho partecipato ieri sera ad un convegno che è stato per me una positiva ed utile occasione di guardare al futuro della nostra provincia e della nostra realtà territoriale in una dimensione rinnovata rispetto agli stereotipi del passato. Di spessore il tavolo dei relatori. Molto puntuali e dettagliate le relazioni concernenti le attività delle principali aziende presenti sul versante orientale della provincia, accurata la presentazione dei dati recenti dell’ISTAT, utile lo sprone a considerare prioritario l’impegno nella formazione e nella preparazione degli addetti alla produttività delle aziende. Sintetici e precisi i dati illustrati e commentati dalle relatrici Concetta Ambra e Erika Munno, che hanno precisato come i dati ufficiali abbiano bisogno di attenta analisi e interpretazioni corrette per avere un quadro attendibile dei settori trainanti l’occupazione, senza lasciarsi abbagliare dalle cifre nude e crude. La dr.ssa Ambra ha infatti descritto come i settori trainanti lo sviluppo siano principalmente l’agricoltura e il commercio, dove però spesso le imprese sono individuali; dal canto suo la dr.ssa Munno ha sottolineato che non è utile parlare di futuro come di un evento lontano ma è necessario che il futuro sia considerato presente, ed è da questo che occorre partire per disegnare e realizzare il futuro. Si sono poi succeduti gli interventi del presidente di Confindustria Avellino, Giuseppe Bruno, dell’amministratore delegato di Pasta Baronia, dr. Marco De Matteis, e del dr. Salvatore Cincotti dalla notevole esperienza in campo internazionale. Dopo avere richiamato per grandi linee il percorso realizzato dalle imprese in cui hanno operato e che hanno contribuito a modernizzare, sono stati concordi nel sottolineare come il problema principale che potrà contribuire a determinare migliori condizioni di sviluppo e di riduzione della disoccupazione consiste nella formazione e nella preparazione dei giovani. Questi non possono accontentarsi di guardare al passato, ma devono formarsi e insistere molto nell’acquisizione di competenze informatiche e digitali, nel settore tecnico ad ampio spettro, perché il futuro è presente e perché senza qualificazione adeguata non c’è speranza che la riduzione della disoccupazione sia a portata di mano. Il compito di coordinatore degli interventi è stato egregiamente assolto dal presidente dell’Istituto “Dorso”, dr. Luigi Fiorentino, che nel tirare le conclusioni dell’ottimo e stimolante convegno non solo ha inteso ringraziare il promotore dell’iniziativa, il sindaco di Ariano Irpino, dr. Domenico Gambacorta, ma anche ringraziare per la presenza assicurata dal presidente di Biogem, altra realtà culturale e imprenditoriale di notevole spessore, l’ex ministro Ortensio Zecchino. La soddisfazione dei presenti e gli stimoli offerti alla riflessione sono segnali positivi che si spera possano trovare ascolto positivo in tutti coloro che hanno a cuore le sorti del territorio, patrimonio da valorizzare, sul piano non solo economico, ma anche e soprattutto culturale e umano.