Avellino – Prete Gay, usa WhatsApp per fare avances a uomini sposati

Avellino -– Prete Gay, usa WhatsApp per fare avances a uomini sposati. L’obiettivo delle sue concupiscenze erano gli uomini spostati del capoluogo irpino e della provincia. Da tempo il giovane prete, in forza alla Curia di Avellino, inviava messaggi piccanti ad uomini sposati, gran parte dei quali frequentavano la parrocchia del prelato.

Per questo motivo Don, è stato rimosso dalla sua parrocchia, in un paese a pochi chilometri dal capoluogo. Non è la prima volta che si assiste ad una manifesta volontà di perversione da parte di un prete, in altri casi più incline al fascino delle donne che a virtuali amanti dello stesso sesso.
Dalle cronache irpine degli ultimi decenni, diversi sarebbero stati i casi di parroci avvezzi a relazioni con perpetue o avvenenti signore, abituali frequentatrici della chiesa. Nel caso di specie, il sacerdote “latin lover” sarebbe stato rimosso dalla sua parrocchia con una motivazione ufficiale legata a questioni di salute.
Il Vescovo di Avellino , avrebbe firmato il provvedimento con la motivazione di salute, ma tante, sarebbero le coincidenze temporali legate alla rimozione dello stesso prete. la decisione scattata dopo una denuncia alla Curia Vescovile da parte di una delle vittime; in seguito alla quale sarebbe scattata un’indagine interna alla Curia.
Indagine che avrebbe consentito di verificare tutte le procedure adottate dal parroco che adescava le sue “vittime” in chiesa e dopo aver ottenuto il numero di cellulare, procedeva con l’invio di messaggio “piccanti”. L’indagine condotta da un’apposita commissione, presieduta dal Vescovo del capoluogo irpino e da altri tre sacerdoti ha inchiodato il parroco, che non avrebbe negato le accuse attribuitigli. Non sarebbe il primo caso di un prete “libertino” in provincia di Avellino.
Gli organi della chiesa preposti al controllo dovrebbero indagare di più e in maniera più efficace sul comportamento di alcuni parroci, che probabilmente si sono lasciati ammaliare troppo dalle vetrine dei social network, dove pubblicano senza censura le immagini dei propri viaggi balneari con castigati “costumini” ed abbracciati ad avvenenti donne; con parrucche variopinte durante il carnevale di Venezia e addirittura con zucche colorate ed illuminate e cappelli a punta nelle notti di Halloween, quando, invece, bisognerebbe alzare un contraltare di preghiera.