A Gesualdo, costituito il comitato (Presidente Frà Enzo Gaudio, parroco in paese, ne fanno parte Salvatore Pesiri, Mario Capriglione, Raffaele Calvano, Rossano Grappone, Cesare Aldorasi, Michele D’Onofrio) per organizzare i festeggiamenti in onore di San Vincenzo Ferreri che si tengono l’ultimo fine settimana di agosto di ogni anno. Questa volta, un pò in ritardo e con qualche difficoltà di troppo, un gruppo di amici ha trovato l’accordo per assumersi l’impegno di organizzare la festa alla quale i gesualdini sono tanto affezionati.
La festa di San Vincenzo Ferreri simboleggia la festa del raccolto, in un luogo prevalentemente agricolo, e il rituale è un modo per ringraziare il santo della abbondanza dei raccolti. La festa è anche dei tanti emigranti, che in quel giorno, ritornano a Gesualdo a visitare case e parenti. La domenica della festa tutti aspettano la rappresentazione del “Volo dell’Angelo”.
L’ Angelo, impersonato da un bambino, viene legato a una fune d’acciaio tesa fra la torre del Castello e il campanile della Chiesa del SS. Rosario. Spinto con l’ausilio di carrucole, l’angelo inizia il “volo” fino al centro della Piazza sottostante dove da un palco emerge un uomo vestito da “Diavolo”. L’angelo e il diavolo ingaggiano, quindi, una cruenta disputa dialettica. La recita è lo scontro tra il bene ed il male, vede contrapporsi la fede e le tentazioni della vita terrena. Alla fine, il diavolo sconfitto ritorna all’inferno inveendo e minacciando, mentre l’angelo vincitore, nel tripudio generale, riprende il suo volo fino al campanile.
A tarda sera, dopo la processione, la benedizione dell’Angelo che rientra al cielo: “…benedico le vostre case, le vostre campagne e i vostri parenti, che per motivo di lavoro sono lontani da Gesualdo…”, percorrendo a ritroso il tragitto della mattinata.