Grottaminarda – Per adesso, le lettere del Corvo, sono ferme a due. Ma, prima o poi, ne spunterà probabilmente un’altra. La prima, al vaglio ancora degli inquirenti, parlava di commercianti non in regola con i pagamenti con le tasse comunali, mentre l’ultima ha allargato, come dire, i propri orizzonti, segnalando anche al commissario dell’Anticorruzzione, un caso di soldi pubblici finiti chissà dove.
Il sindaco Angelo Cobino, da queste colonne, ha parlatoc”gravi scorrettezze di chi nemmeno ha il coraggio di firmarsi con il proprio nome”. Interviene, a supporto, anche Giovanni Ianniciello, che si autodefinisce “allenatore” del Gallo, la compagine amministrativa che, oggi, a Grottaminarda è maggioranza consiliare. “Quella del Corvo, o di chi per lui-comincia-è una iniziativa politica per abbattere amministrazione e leadership che si concretizza con un attacco anonimo a sistema economico e pubblica amministrazione, di ieri e di oggi”. Tutto quello che sta avvenendo “è strumentale e diffamato nei confronti di onesti lavoratori”.
La magistratura Benevento starà facendo le sue indagini e, continua l’ex sindaco “spero verifichi quanto ritiene opportuno”. Sono descrizioni circostanziate, quelle del Corvo, che scrive del Pip della cittadina ufitana ancora fermo”.
La delinquenza manifestata-così la chiama Ianniciello-vorrebbe cogliere risultati con metodi diffamatori e falsi per abbattere la classe politica e amministrativa che si candida ancora a rappresentare la comunità grottese per i prossimi anni”. E ricorda che la norma che regola gli atti pubblici definisce l’indirizzo agli amministratori e la gestione ai funzionari. Ianniciello, intanto, nei confronti di quelle lettere anonime ha prodotto querela “al fine di spingere le autorità l’individuazione eventualmente si concretizzasse la diffamazione”. Tra l’altro ha chiesto 3 milioni di euro da devolvere all’istituto “Cogliani” di Grottaminarda. Si è inoltre costituito parte civile a difesa delle attività danneggiate nell’immagine e degli amministratori.
Giancarlo Vitale