Grottaminarda – Già lo ha fatto una volta, non vuole farlo di nuovo. “Non posso chiudere l’attività una seconda volta-dice Lina-quale futuro posso dare a mio figlio”. Ed anche perché, il suo torronificio, è uno dei più conosciuti. Per questo, ieri sera, era in piazza per la serrata dei negozi della cittadina ufitana. Tre ore di sospensione, dalle 17 alle 20, per dimostrare la sfiducia che hanno nelle istituzioni.
E si è arrivati, evidentemente, al limite, e questa infatti è la prima volta che, da queste parti, si abbassano le saracinesche. Dimostrazione ferma, decisa, ma abbastanza pacifica:i commercianti grottesi sono arrabbiati ma, con il sorriso sulle labbra, fanno capire che”adesso basta, non si può andare avanti “. Un incontro, tra musica che esce da un altoparlante e capannelli di persone che parlano dell’avvenimento, in cui si incrociano volti antichi e nuovi di chi lavora in questo settore” e si alza alle sei di mattina-dice Carmela, nel suo intervento-e pensa soltanto a lavorare”. La giornata di martedì viene dopo alcuni episodi”che sono stati la goccia che fa traboccare il vaso-ha aggiunto il presidente della Confcommercio locale, Tommaso Remondelli “. Non ultimo, quello del Corvo che ha scritto sei pagine, poi affisse sui muri di Grottaminarda, sui quali erano scritti i nomi di 27 attività non in regola con i pagamenti con le tasse comunali. Cosa che ha colpito l’orgoglio di chi lavora, seppure tra mille difficoltà, per portare avanti una famiglia.
La serrata è dovuta anche all’indifferenza dell’amministrazione comunale. Siamo stati più volte sul Comune-ancora Carmela, giovane commerciante che da quattro anni ha aperto un negozio-ci sono state dette tante cose non mantenute”. Per questo è sembrato “legittimo” scendere in piazza e”dire la nostra”. Con molto”rispetto” è stato fatto notare che”abbiamo attività da tutelare e portare avanti”.
Ma, agli amministratori, questa cosa sfugge.”Quando parlano di grandi opere non si rendono conto che è il piccolo commercio che porta avanti il paese”. Quindi sottolineano”l’ingiusta infamia subita attraverso quei documenti usciti dalla casa comunale,. Abbiamo denunciato il fatto a chi di dovere, ci sono indagini in corso”. Ma qual è l’indifferenza dell’amministrazione Cobino? “Ci hanno negato il permesso di attaccare i manifesti che annunciavano la serrata. Poi il mancato rispetto degli impegni presi per la realizzazione dell’invaso spaziale. Non sono stati rispettati i tempi di consegna. Da sei mesi siamo a più di due anni e, ogni giorno, ne paghiamo le pene. Almeno ci avessero detto che ci sono stati dei problemi… “. In merito alla questione del rifacimento del Corso” abbiamo avuto un atteggiamento di collaborazione e comprensione e, invece, ci hanno tracciati di sciacallaggio-aggiunge il presidente Confcommercio – ma evidentemente hanno capito male perché abbiamo solo rivendicato i nostri diritti “. Ancora Remondelli ricorda come, i commercianti, siano stati trattati” da evasori “. È un reato che non ci appartiene-dice– se ci sono dei ritardi sono dovuti a precarietà, difficoltà economiche che hanno tutte le famiglie”.Una”insensibilità che ci ha offesi in malo modo. Noi ci sentiamo cittadini modello che si sacrificano ogni giorno per alzare le saracinesche dei propri negozi.
E quando leggiamo sui manifesti che, questa amministrazione, si impegna per il rilancio dell’economia poi vuole da noi le proposte. Ma queste devono farle chi ci governa”. Remondelli non pensa che, il futuro delle attività commerciali, passa da migliori infrastrutture. “Incredibile, come dire che dovremo aspettare l’alta capacità tra vent’anni. Noi abbiamo bisogno dell’immediato mentre questi si appropria i di progetti che non sono loro”. La serrata” è un evento storico, da ricordare. Chi amministra oggi è chi lo farà domani. Cercheremo un atteggiamento propositivo ma non faremo più sconti, i commerciianti non staranno più zitti. Ci aspettiamo il rilancio che questo paese, prima punti di riferimento, merita. Oggi siamo periferici ed è assurdo-conclude il presidente della Confcommercio. Un settore, ed un paese, forse ritrovati in una piazza 16 Marzo 1978 gremita come non mai. Naturalmente mancavano gli amministratori.
Giancarlo Vitale