E’ già iniziato … il domani? di Nicola Prebenna

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Bene ha fatto il presidente Mattarella ad aggiornare il diario delle consultazioni. Si sa che il primo giro si riduce ad una rappresentazione sintetica dei desiderata delle singole formazioni politiche che, in un’ottica di prosieguo di campagna elettorale, ribadiscono i punti programmatici ritenuti essenziali ad un ipotetico impegno di governo. Ed è quel che è avvenuto. Ciò non ha impedito che i rappresentanti di Lega e M5S, Salvini e Di Maio, abbiano continuato a sentirsi, a studiarsi, a tenere in piedi delle relazioni di bon ton che, al momento, non si sa se potranno approdare a qualche soluzione utile a dar vita ad un governo che voglia e possa durare. La politica è l’arte del possibile, e l’esperienza millenaria ci suggerisce di ricordare che non è prudente dire: mai! Acerrimi nemici che si accordano, fidatissimi compagni di viaggio che prendono strade diverse, insomma al momento tutti gli scenari sono possibili, anche se non tutti praticabili. La schermaglia o la battaglia a cui si stanno concedendo i protagonisti in campo, vincitori e sconfitti, al di là dell’apparente attenzione al possibile governo a cui dar vita, sono viziate dallo sguardo alle prossime elezioni che tutti, nel loro più inconfessato convincimento, ritengono inevitabili, a scadenza – tutto sommato – ravvicinata. Per questo, a nostro avviso, si comportano come gli artificieri che dovrebbero disinnescare un ordigno: ognuno a studiare come mettere in campo interventi atti a garantire sicurezza e esito positivo all’operazione, ma si guardano tutti curiosi e indecisi, ed alla fine, sconsolati e irresoluti, abbandonano il campo, sperando in un momento migliore, in cui intervenire senza dover rendere conto a chicchessia. Potrebbero gli interessi reali del paese stare più a cuore degli interessi di partito? I partiti sono essenziali alla democrazia; lo stato deve garantire efficienza e tempestività ai servizi essenziali dovuti ai cittadini; i cittadini dovrebbero avere sempre presente che la tutela e difesa dei propri diritti vanno coniugate con il dovere della solidarietà. Perché questo circolo risulti virtuoso occorre respirare profondamente, concedersi una pausa di riflessione e ripensare quale futuro prefigurare per il paese Italia. Le ideologie si sono liquefatte, però i valori devono essere il sostrato su cui, anche da differenti posizioni, edificare la modernità vera del paese. Senza abbandonarci alla lista dei desideri, alcuni valori non negoziabili potrebbero essere i seguenti. L’impegno politico, oltre a soddisfare legittime aspirazioni ad investire le proprie risorse intellettuali e gestionali a vantaggio del paese, non deve smarrire la connotazione di servizio, da essere oggetto di considerazione, anche economica, senza che ciò si muti in acquisizione di privilegi ingiustificati. L’economia del paese dovrebbe essere informata alla produzione della ricchezza, alla salvaguardia del profitto, alla tutela dei diritti dei lavoratori, alla maggiore occupazione possibile. Ciascuna formazione politica che pretenda esercitare un ruolo governativo non può prescindere da una simile prospettiva, forse fin troppo ovvia, ma necessariamente da richiamare e riproporre. Valorizzare la specificità culturale del paese, o meglio potenziarne ulteriormente la proposta, è un altro fondamentale impegno dal quale non derogare, se davvero non si desidera che il paese torni indietro. Queste premesse, organate in una proposta articolata, dovrebberoro costituire una utile occasione di confronto e di proposta, su cui i cittadini, educati all’esercizio della libera espressione del proprio pensiero, esprimersi con la più chiara determinazione. Auspicio, certo, per domani, ma siamo sicuri che il domani non sia già iniziato?