Scafati – All’inizio del 2017 un quarantenne scafatese ha subito un pignoramento da parte società che gestisce i tributi comunali a Scafati sul proprio libretto postale, per un debito della tassa sull’immondizia. L’importo bloccato è stato pari a circa il 90% dei propri risparmi, costringendo il cittadino ad affrontare enormi sacrifici. Da oltre un anno, infatti, non può effettuare prelievi dal libretto, neanche quando ne ha avuto assoluta necessità, come in occasione della prima comunione della figlia quando è stato costretto a richiedere un prestito per far fronte alle notevoli uscite oramai programmate.
Colmo di spese straordinarie sopravvenute successivamente, poi e ridotto quasi alla povertà, il contribuente ha deciso di rivolgersi allo Sportello Tutela Aziende e Cittadini.
“In seguito ad alcuni accertamenti presso gli uffici della Geset, – spiega il presidente Stac Francesco Antonio Pentone – è stata riconosciuta l’irregolarità dell’azione ed infatti la società che gestisce i tributi nel mese di maggio 2017 ha rilasciato la liberatoria con la rinuncia al pignoramento, comunicata immediatamente a Poste Italiane”.
Le difficoltà del quarantenne di Scafati, però, non terminano qui. “Le Poste – continua Pentone – nonostante l’inoltro dello svicolo del rapporto bancario da parte dell’Agente della Riscossione, hanno continuato a non concedere al cittadino di rientrare in possesso del proprio denaro. A questo punto, attraverso il nostro legale convenzionato, avv. Valentina Vitaglione, abbiamo deciso di inoltrare numerosi solleciti per conto del malcapitato cittadino. Ad oggi, tuttavia, il libretto postale è ancora sottoposto al vincolo del pignoramento”.
L’onesto risparmiatore, oramai stremato dai comportamenti dell’Ufficio Postale, proclamatosi impotente rispetto ai fatti, ha sposto denuncia alle competenti autorità al fine di ottenere giustizia.
“È una vergogna. – conclude il presidente Stac – Gli enti pubblici che dovrebbero garantire gli interessi dei cittadini sono sempre più pedine di un’enorme scacchiera che si chiama cattiva burocrazia. Quando si deve pignorare, però, tutto avviene in tempi celeri, quando c’è da sbloccare invece no. A causa di cavilli tecnici si rischia di mandare sul lastrico una famiglia intera. Ad ogni modo la nostra associazione assisterà il contribuente affinché faccia giustizia. A questo punto non è da escludere una richiesta di risarcimento danni”.