Franco D’Ercole esprime tutta la sua contrarietà a proposito della legge elettorale , ha pubblicato su “Il Mattino” la sua opinione in merito alle scelte dei partiti che hanno discriminato dei candidati espressione del territorio, come nel suo caso, per scelte calate dall’alto. Di seguito il testo completo:
“Lo spettacolo a cui abbiamo assistito nell’ultima settimana ed , in particolare nelle ultime ore, intorno alla formazione delle liste elettorali, ha dato la misura di quanto infame sia la legge elettorale con la quale andremo a votare. E, credo, anche, la misura di quando difficile sia ipotizzare che essa venga modificata in un vicino futuro.
E’ incredibile notare come negli ultimi lustri abbiamo votato con leggi elettorali che hanno avuto come unica e sostanziale caratteristica, quella di peggiorare, di volta in volta, il sistema precedente, con la costante di accrescere sempre di più il potere dei vertici dei partiti e attenuare, fino ad annullare totalmente, la funzione di filtro del territorio, che è fondamentale per tenere collegati elettori ed eletti. Aggiungo senza timori di smentite che anche i partiti che hanno formalmente avversato questa legge elettorale , se ne sono serviti con cinismo ancor più spietato di quanto non abbiano fatto i partiti che, invece, l’hanno voluta.
Parlo del M5S che, pur illudendo i cittadini elettori che la selezione dei propri candidati al Parlamento sarebbe avvenuta attraverso un sistema on line appositamente predisposto ( piattaforma Rousseau) ha, poi, cancellato a discrezione del capo politico, tutti i candidati non graditi, ovvero considerati non omogenei alla volontà del capo. Del resto, lo stesso Luigi Di Maio ha dichiarato in maniera inequivocabile che l’obiettivo è quello di portare in Parlamento un gruppo di persone affidabili e fidelizzate (al capo), che possano garantire uniformità di giudizio sulle scelte che dovrà compiere il Movimento, negando ogni spazio alla discussione e alla dialettica democratica.
Il sistema di selezione, dunque, non solo è uguale a quello degli altri partiti, nei quali si è candidati solo se si è amici del capo, con buona pace del merito e della storia personale di ciascuno, ma mostra l’aggravante di fingere un processo democratico che in realtà manca del tutto, sia perché la piattaforma online non ha controllo pubblico, sia perché l’esito della piattaforma è, sistematicamente, rivisto a totale arbitrio del capo.
Non posso tacere che anche Fratelli d’Italia, ancorchè contrario all’impianto di questa legge elettorale, se ne sia servito in casi particolari, come dimostra la vicenda del collegio plurimo alla camera Avellino-Benevento, affidato alla guida di un candidato catapultato dall’alto, estraneo alla storia del partito, in netto contrasto con le indicazioni che provenivano dal territorio.
Se a tutto ciò si aggiunge l’incredibile volteggiare di paracadute che hanno riempito il cielo d’Italia nelle ultime ore e l’opera di selezione parentale e amicale , compiuta dai vertici dei partiti favorevoli a questa legge elettorale, si comprende perché tanti cittadini siano disgustati dalla politica.
Nel 2008 andai da Fini, presidente della Camera, a rappresentargli quanto fosse deleteria una legge elettorale, il porcellum, che allontanava i cittadini dal palazzo. La risposta fu che mai una legge elettorale poteva produrre gli effetti da me paventati, confermando in tal modo che le conseguenze da me ipotizzate erano già verificate: il palazzo non sentiva più le pulsioni del popolo.
Le leggi elettorali sono il punto di partenza della partecipazione dei cittadini alle scelte democratiche di un paese e, purtroppo, viviamo un tempo nel quale nessuno è capace (ovvero nessuno ha la volontà) di scrivere una legge che riesca a riconciliare il paese con la sua classe dirigente”.