Bonito – Ancora una volta si parla del serio problema della caccia al cinghiale. Da anni, ormai, le leggi di mercato sul profitto e la sete di dominio dell’uomo sulla natura, stanno procurando un sacco di guai a scapito del cinghiale ma anche dell’uomo. L’ostinazione nel voler commercializzare quantitativi sempre maggiori di carni e prodotti derivanti dal cinghiale, hanno fatto proliferare allevamenti ed intensificato il ripopolamento a scopo venatorio, senza badare alle conseguenze che questo avrebbe determinato.
Uno studio dice che attraverso la caccia le specie animali che sono già rare divengono ancora più rare, ma quelle che sono numerose diventano ancora più numerose. Come la realtà dimostra a tutti, meno a chi non vuole vedere decenni di caccia sempre più ampia a cinghiali, non ne hanno ridotto il numero, anzi.
Emilio Mauro Merola, responsabile LIDA, LAC dichiara-
“Si può risolvere un problema chiedendo la collaborazione a chi ha interessi che il problema permanga? O a chi potrebbe essere la causa stessa del problema?
“Le vere soluzioni ci sono – prosegue Merola – ma hanno un’unica controindicazione: essendo incruente hanno la colpa di sottrarre prede ai cacciatori che, attraverso un esercito di politici loro amici, sono i gestori della fauna selvatica” .
“Stupisce soprattutto che da tre anni abbiamo fatto esposti ai sindaci dei comuni Bonito, Melito ,Ariano, Grottaminarda per la mancanza della tabellazione che avvisasse i cittadini che in determinati luoghi si stava svolgendo la battuta di caccia al cinghiale. Perché non si sono preoccupati della
pubblica sicurezza? Altro che i cinghiali sono un pericolo
Le soluzioni quindi sono osteggiate dai politici e amministratori?
A tal proposito abbiamo inviato un altro esposto per la Pubblica sicurezza ai Comuni di Bonito e Melito affinchè le amministrazioni ne prendano atto”
Al Sindaco del Comune di Bonito (AV)
Al Sindaco del Comune di Melito (AV)
OGGETTO: ESPOSTO PUBBLICA SICUREZZA
I sottoscritti Emilio Mauro Merola, nella sua qualità di responsabile e delegato LIDA (Lega Italiana dei Diritti dell’Animale) e LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia) e Buongiorno Michele segretario della locale sez. LIDA
ESPONGONO QUANTO SEGUE
I comuni di Bonito e Melito sono dei piccoli paesi della valle dell’Ufita. Bonito copre una superficie di appena 17 Km quadrati, Melito Irpino di 20 Km quadrati. Le macchie e i boschi coprono appena l’8% del territorio di Bonito di cui appena l’1,40% è classificato come reale superficie forestale. Per Melito la situazione è pressoché identica.
In questi Comuni viene usualmente praticata la caccia al cinghiale. Tuttavia, nelle aree destinate alla caccia specifica al cinghiale (cfr. mappatura A.C.S.) sono presenti:
-
numerosi caseggiati e borghi rurali abitati (come l’Incoronata di Melito Irpino);
-
molte zone di interesse storico e turistico (come Melito Vecchio e la zona della Madonna della Valle di Bonito);
-
molte zone interessate da rimboschimenti o percorse da incendio e quindi interdette all’esercizio venatorio.
Inoltre l’abitato di Bonito, a quanto ci consta, dista in linea d’aria circa 300/400 metri dalle zone interessate dalle battute di caccia.
PERTANTO
-
Considerato che le battute sono svolte da gruppi di circa venti/cinquanta persone armate con strumenti potenzialmente letali e che “ … la gittata massima teorica del fucile a canna liscia arriva fino a circa 1.500 metri …” contro i 2.500 metri, minimi, oppure – a seconda del calibro – i 4.000 e più metri percorribili da un colpo esploso dalla carabina (fonte: Benelli Armi S.p.A.);
-
Tenuto conto che la legge sulla caccia n. 157 del 1992, all’art. lett. f) vieta di: “sparare da distanza inferiore a centocinquanta metri con uso di fucile da caccia con canna ad anima liscia, o da distanza corrispondente a meno di una volta e mezza la gittata massima in caso di uso di altre armi, in direzione di immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro; di vie di comunicazione ferroviaria e di strade carrozzabili (…omissis…);
CHIEDIAMO
-
la verifica delle condizioni di idoneità delle aree destinate alla caccia specifica al cinghiale;
-
il sopralluogo dei Vigili Urbani o altri organismi deputati a tale compito per la verifica puntuale dell’affissione delle tabelle identificative fornite dalla A.T.C. (ambito territoriale di caccia) di Avellino.
-
l’emanazione di un’ordinanza, nel caso in cui non ci siano i requisiti al punto 1 e 2, che sospenda le battute di caccia al cinghiale nell’ambito comunale;
-
che siano appurate eventuali responsabilità amministrative sull’individuazione delle A.C.S. ritenute idonee per le battute al cinghiale, con i pareri tecnici e tutte le autorizzazioni sottese.
-
Tutto questo per evitare di mettere a repentaglio la pubblica incolumità e, dunque, garantire concretamente la sicurezza dei suoi cittadini