Il turismo può costituire per l’Irpinia un volano di sviluppo economico, al momento, però, la permanenza dei turisti si limita al massimo a qualche giorno. Si tratta di un turismo religioso, culturale, più spesso per assaggiare le nostre prelibatezze. Durante il periodo estivo , le tantissime sagre riempiono le piazze dei tanti paesi che organizzano gli eventi. Da tempo impegnato nella valorizzazione dei nostri territori è Vanni Chieffo, Presidente del Gal Irpinia, a cui abbiamo rivolto alcune domande sul tema dell’andamento del turismo in provincia e sulle sue prospettive.
Che tipo di turismo esiste in Irpinia?
“Il nostro turismo non è stanziale ma mordi e fuggi, si sta lavorando per crearlo, è quello che genera sviluppo. Da noi ci sono le sagre, gli eventi sporadici, le gite del sabato, delle domeniche. Si spostano per i nostri piatti, poi abbinano la visita al centro storico, alle bellezze del territorio, dobbiamo creare la svolta. Negli ultimi anni, c’è una tendenza al miglioramento, i fondi impiegati in attrezzature turistiche, in attrattori sono stati ingenti, stanno dando i loro frutti”.
Molte cose sono cambiate negli anni?
“Ripensiamo all’Irpinia di 20 anni fa, non eravamo conosciuti c’è stato un lavoro di infrastrutturazione del territorio, valorizzazione dei prodotti tipici locali ma anche delle acque, dell’ambiente, dei centri storici, delle aree archeologiche. Era conosciuto Mastroberardino, Di Marzio poi un proliferare di tantissime aziende, partendo dal Taurasi abbiamo avuto il riconoscimento anche dei docg: Fiano di Avellino, Greco di Tufo .Le nostre sono cantine giovani, non siamo Montalcino c’è una diversa cultura, eppure stiamo creando la storia dell’enologia nel nostro paese. C’erano pochissimi alberghi, oggi c’è una rete diffusa di agriturismo, case vacanze, bed and breakfast, c’è uno sviluppo in atto insomma . “
Quali sono i nostri potenziali turisti?
“Dobbiamo promuoverci in regione Campania con i suoi milioni di abitanti e verso le regioni confinanti dove, avvelenati da una vita di smog, stress, possono, invece, trovare qui nei nostri centri storici una vita “lenta” abbinando i saperi, i sapori, i colori, i profumi”.
L’impegno delle associazioni, come l’Astra a Gesualdo, è utile?
“Magari ci fossero tanti volontari che fanno come i ragazzi di Astrea, si deve creare una coscienza nei giovani, noi dobbiamo essere bravi a creare la condizione che dal volontariato si generino condizioni di lavoro. Come Gal, proponiamo una grossa azione di finanziamenti delle botteghe artigiane, per la riscoperta dei vecchi mestieri nei centri storici, un tassello in più, con la sera da dedicare alla visita dei laboratori artigiani. Chi viene qui, deve avere la possibilità di visitare le cantine, i frantoi della zona, manca ancora tanto”.
I compiti dei singoli amministratori quali possono essere?
“Il singolo amministratore nella programmazione entra poco, deve mettere la sua storia, le sue tradizioni a servizio di un’area vasta . Compito dell’amministratore è di abbellire il paese, renderlo più appetibile, conservare quello che c’è e , se possibile, valorizzarlo”.
Si può essere ottimisti?
“Sono un testimone dello sviluppo delle nostre zone, della Valle del Calore, della Baronia, dell’alta Irpinia Un territorio è stato ridisegnato, dalla famosa masseria siamo passati in una ruralità avanzata, si camminava e si vedeva solo terreno brullo, incolto, a volte dissestato. Oggi le colline sono pettinate disegnate dai vigneti, dagli uliveti su questa linea dobbiamo continuare. E poi, incentivi sempre maggiori ai ragazzi che stanchi di precariato o di essere sfruttati o peggio di emigrare, per dare loro la possibilità di diventare imprenditori di sé stessi”.