L’autenticità della cucina italiana insieme alla qualità dei prodotti, al mangiare bene e al “sentirsi a casa” è questo lo spirito di “Osterie d’Italia 2018”, la guida di Slow Food giunta alla sua 28esima edizione. Vuole essere una sorta di sussidiario del mangiare come un tempo, un ritorno alle origini, una ricerca di quelle tipicità radicate al territorio.
I ristoranti meritevoli sono quelli che svolgono un ruolo significativo nella valorizzazione di prodotti e territori, per questo motivo gli osti segnalati nella guida rappresentano dei veri e propri ambasciatori, con la loro capacità di far emergere la diversità delle produzioni alimentari, le vocazioni territoriali e il rispetto delle tradizioni. Rigorosamente il conto non deve superare i 35 euro, la maggior concentrazione di chiocciole tra le 1.616 osterie recensite nell’edizione 2018, si trova in Veneto e Toscana con 26 chiocciole, seguite da Lombardia e Campania con 22, poi Piemonte con 21, Emilia Romagna e Sicilia 20, Puglia 18 e Lazio 16. In provincia le osterie top che si fregiano della Chiocciola sono: “La Pignata” ad Ariano Irpino, “Valleverde Zì Pasqualina” ad Atripalda, “La Pergola” a Gesualdo, “Di Pietro” a Melito Irpino, “Osteria del Gallo e della Volpe” ad Ospedaletto d’Alpinolo, “La Ripa” a Rocca San Felice.