Bisaccia (AV)-In Alta Irpinia d’Oriente, vive il cibo di lunga durata, prosciutti, salsicce, baccalà, formaggi, vino, e olio d’oliva. Il tempo da gustare è come un rito pagano fatto per ringraziare gli Dei di tanta bontà. Siamo in una zona interna della Campania, i cui paese che ruotano intorno al vasto e verde Altipiano del Formicoso, il clima secco e ventilato favorisce la maturazione e la squisitezza di questi prodotti. Il termine pagano, qui mantiene tutto il suo significato originario. Indica il “civile”, il “campagnolo”, contrapposto al “militare”, aggiungete poi che a Bisaccia mantiene anche l’altro significato di “gentile’ , e si può giungere alla esaltazione, che diventa biblica, da quando il sommo scrittore De Sanctis, nella sua divina bontà, volle chiamare Bisaccia ,“la gentile”. Ce ne vanta tutti i pregi di questi cibi, il bisaccese Ferdinando Massa, che i mercati settimanali e le fiere occasionale all’aperto, che si svolgono nei paese d’intorno al Formicoso, se li fa tutti, Bisaccia, Vallata, Andretta, Guardia dei Lombardi, Scampitella, Lacedonia, fino ad Accadia. “il prosciutto, con la salagione e il clima secco, è una meraviglia, e il formaggio pecorino, e la salsiccia e la serbossata con la lacrima, e anche il baccalà tiene alla assenza di umidità di quest’aria fine”, ci dice Ferdinando Massa, dal suo furgone ambulante, adattato a negozio di “Alimentari Massa”. Il nome è tutto un programma, rende appieno la competenza specialistica, master di salumi, formaggi e dintorni, rende la filosofia e il metodo del suo lavoro. Si rivolge, colloquiale, gentile e convincente, con il coltello sempre pronto a staccare un pezzo dei suoi prodotti e offrirtelo a degustazione, un pezzo ai buongustai della massa. Ferdinando ti spiega a memoria che “Il formaggio di pecora da un sacco di energia e fa il corpo, la mente e i muscoli forti. Contro l’anemia, l’osteoporosi. Per rafforzare i capelli, la pelle ei denti. E buono anche per quelli che non possono soffrire il meno lattosio e le cose senza glutine, come si chiamano, i celiaci”. Lui vende in massa alla massa, fa prezzi sostenibili per la massa, e anche il suo un italiano è casereccio, di caso e di massa. Si, per Lui è sacro il rito pagano del cibo, ma Lui è un convinto Cattolico, anzi non ha niente dell’integralista, Lui è laico, come si è da queste parti. “Anche i Musulmani apprezzano il pecorino. Per il resto ognuno ha il diritto di professare la religione che vuole” ci dice Massa, poi aggiunge ”io non ho niente contro i mussulmani, per carità, però questo fatto che non mangiano il prosciutto… non lo capisco proprio”. Massa, naturalmente parla il bisaccese, questo sì, a livello universitario, ma parla anche e bene il Napoletano di S. Giuseppe Vesuviano, paese poco lontano da Napoli. Quando si dice il globalismo odierno. Quando si dice : le zone interne si spopolano e vanno verso la fascia costiera, ad ammassare Napoli. I Massa no, non rientrano in questo vortice maledetto, sono una famiglia originaria del Napoletano. Oltre sessanta anni il capostipite si decentrò, passo di qui e ci restò, e qui ci è rimasta tutta la dinastia, qui permanenti e da venditori ambulanti, come Ferdinando, figlio di uno dei cadetti della famiglia è qui, con tutta la esperienza accumulata dalla famiglia, di venditore ambulante di alimentari.” Ma quale grasso, lasciate perdere queste fissazioni di adesso, l’uomo italico deve moltissimo a questo animale, insieme alla pecora, alla capra. Il maiale ha nutrito per migliaia di anni la nostra vecchia Europa, e poi, che sono questi grissini, un po’ di grasso in più fa bene” afferma, gentile e colloquiale, come un innamorato del cliente e dall’alto della sua autorità di esperienza e competenza. “il prosciutto è forza, proteine, vitamine, minerali e ogni altro ben di Dio, e i dottori e gli scienziati lo dicono”. Ferdinando , nella sua attività si basa sulle leggi dell’offerta e sulla domanda, come ognuno che vive del mercato libero, aperto, che però non ha niente a che vedere con il modello dominante in Europa e nel mondo del “Libero Mercato” che , con la scusa che si è liberi tutti, di vendere e comprare, dovunque e senza vincoli e limiti, pochi cumulano profitti e molti piangono miseria, cosi’ il “Libero Mercato” che genera oppressione e sfruttamento per il più debole da parte del più forte che la fa da padrone. Ferdinando , no, resta della “stirpe”dei Massa e si tiene stretto il suo tempo della sua doppia apertura nel mercato libero del suo presente, del mercato popolare. Il Communis, del latino che non conosce, Ferdinando lo vive nel suo vero significato di “accessibile a tutti” nei prezzi e nella sua gioviale bontà. Vive l’idea del diritto della partecipazione di ciascuno, dell’incontro e del dialogo, le vere forme della socialità comunitaria, degne di vita e di Massa.