Bisaccia (AV) – Energia Eolica: Ambienti e Profitti, questione politica

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Il pensiero di Michele Frascione , ex amministratore comunale di Bisaccia.

Riceviamo e pubblichiamo .

Bisaccia (AV) – Alcuni li chiamano aerogeneratori, altri Impianti eolici, Piattaforme, Torri, Pale, nomi diversi la sostanza non cambia. Producono energia rinnovabile, che si dice pulita e rimandano a convegni nazionali e internazionali con al centro il tema dell’inquinamento. Sono messi a disposizione grossi incentivi pubblici per gli impianti eolici, proprietari privati si mettono cosi’ in corsie preferenziali per almeno ventennali grossi profitti, oggettivamente a tanto tende un privato, sebbene ci sia anche differente sensibilità e diversa consapevolezza e valutazioni di convenienze tra azienda e azienda nei rapporti con ambienti e territori, e nel rispondere a regole istituzionali e pubbliche, quando queste ci sono. Profitti per i proprietari delle pale eoliche, che spesso sono miserie per i proprietari dei terreni fittati con trattative private di volta in volta e caso per caso e che sono occupati dagli impianti eolici che girano e trasmettono direttamente energia elettrica nella rete elettrica ordinaria, pagata a contatori di entrata, ma dopo la raccolta in grandi centrali elettriche e con tutto un armamentario di connessioni corrispondenti. Tutto coinvolge un uso permanente di spazi pubblici, che è dir poco definire solo attraversamenti. Pale eoliche che, a mano a mano, hanno raggiunto altezze e ampiezze sempre più elevate, in molti casi fino a cento vento metri di altezza, come opifici, raggruppamenti di intricate “foreste”, ruotanti all’unisono, a sfruttare la corrente del vento. In tanti luoghi vanno avanti senza regole univoche, non pianificate per parchi e certe; in taluni senza il minimo riguardo per abitazioni, a ridosso di centri abitati e obbligando a paurose gincane nell’attraversamento di strade principali; senza corrispettivi economici per le comunità locali. Cosi’, tanto per farla breve e per dire che, fosse solo per questo, l’eolico è già una questione nazionale e che a tale livello andrebbe affrontata a dovere. Ma la questione è ancora più ampia, complessa e complicata. Ma proviamo a procedere per ordine. Percentuali di compensazioni per ristori ambientali e indennizzi per diritti di servitù su territori pubblici, sono previsti, come si riconosce da più parti, sebbene siano norme sparse da cercare ostinatamente in un frammentato groviglio e da parte di avvocati che lo vogliano e che manifesta no una mentalità politica specifica. Invece, ultima notizia in ordine di entrata, in questi giorni è iniziato il dramma anche in “viale del Monte dei sospiri” nel paesino di Apecchio (prov. di Pesaro) nelle Marche. 30 luglio 2008, per 5 torri, ognuna di 120 m. alte, un contratto tra ditta e Comune per circa 200mila euro annui di compensazioni e indennizzi. Dopo un anno dalla messa in rete  dell’impianto, la ditta proprietaria chiede la restituzione della cifra versata fino ad allora sostenendo che non deve pagare niente al Comune anche per il dopo. L’argomento riguarda anche altri Comuni delle regioni Puglia, Basilicata, Campania e oltre. E che c’entra il Comune di Bisaccia, in Alta Irpinia in provincia di Avellino? Perché fa da esempio avendo già concluso un analogo caso. Contratto del 2008, stessa data, per cifre più alte, ovvio,  sono 22 pale. Mentre il sindaco del Viale dei Sospiri di Apecchio afferma che al suo Comune già ci si è dichiarati “Pronti alle via legali” e ci si è dotati, per solo 5 pale, di un consistente studio legale, il sindaco di Bisaccia rinunciava a procedere da subito con una ingiunzione di pagamento, e attendere semmai che poi un giudice ordinario si poteva assumere la responsabilità di un eventuale passaggio a un lodo arbitrale. No, prontamente il Comune chiedeva, Lui, alla ditta un lodo arbitrale, in pratica un accordo, ovviamente al ribasso rispetto alla cifra che prevedeva il contratto. Argomentazioni quali : “meglio meno e subito” e poi “leggi complicate”, “poi si perde soldi e tempo”, e poi ” ci sono clausole che obbligano”. Cosicché, nominava l’avvocato di sempre del Comune per suo accompagnamento. L’Irpinia è ai primi posti in Italia in potenza eolica installata, la maggior parte degli impianti eolici sono nei territori della provincia di Avellino dei Comuni di Frigento, Vallata, Bisaccia, Scampitella, Ariano, Savignano, Lacedonia, Monteverde, Andretta, Aquilonia e nei comuni limitrofi della Regione Puglia (Monteleone, Accadia, Sant’Agata, Bovino, Deliceto e ….. fino a Ortanova, Lavello….. e oltre). E anche per questo il Sindaco di Bisaccia ha suggerito una via alle ditte dell’eolico, aperto una pista, nel mettere in atto la via  del nessun raccordo con questi Comuni,  il Sindaco che a volte appare frenetico, ma si agita solamente e a vuoto, per sua formazione politica, resistenza e lotta sociale sono parole che non stanno nel suo dizionario. Cosi’ decideva di restare solo nell’accordo con il lodo arbitrale che alla fine dà ragione piena alla Ditta e al Comune finanche l’addebito delle spese arbitrali e di difesa.  Successivamente, ricorso e apertura della conferenza dei servizi presso la Regione Campania, primo incontro preliminare fissato, ma il sindaco di Bisaccia rinuncia a passare alla seconda fase e invece decide di andare ad una transazione diretta con la ditta. Conclusione, le condizioni previste nel contratto del 2008 passano dal 3,5% allo 1% e della sola produzione di energia,  dai 28 anni di pagamento previsti si passa a soli dieci anni. Si può ben dire che il Sindaco del Comune di Bisaccia ha fatto scuola, e ha offerto alle ditte dell’eolico la via da seguire, anche perché Bisaccia finisce per fare testo per essere uno dei Comuni d’Italia a più alta concentrazione di pale eoliche. E qui occorre ricordare agli Altri la questione è politica, e cosi va trattata secondo i propri orientamenti politici. Il Sindaco di Bisaccia, eletto con una lista civica, è di fatti un rappresentante del partito politico UdC, Unione di Centro, cosi’ rinominato nel 2008 e  di ispirazione ideologica da “Cristianesimo democratico” e “Conservatorismo sociale”. Alle Ultime elezioni regionali l’Unione di centro si presentò con una lista regionale di appoggio al Presidente Regionale della Campania De Luca, ricevette il 2,35%, e elegge n.2 consiglieri regionali. Il Sindaco di Bisaccia è anche presidente della Comunità Montana Alta Irpinia, come UdC Demitiano. 4 Sindaci su 5 di questa Alta Irpinia d’Oriente, interessati da pale eoliche, sono dell’UdC, si definiscono sindaci civici, solo perché eletti in liste civiche, ma per definizione e per comportamenti esprimono la politica di quel partito. Sono del partito UdC anche il Sindaco di Monteverde (già candidato UdC al consiglio provinciale), oltre  ai sindaci di Aquilonia, di Andretta e i risultati sono analoghi, ambienti sconnessi e quattro soldi per le Comunità locali. La capacità di produzione eolica di questi luogo, è stata monitorata per anni e rientra una corrente del vento. La risorsa vento non è solamente delle cime dell’Appennino Meridionale, è una corrente specifica che attraversa l’Italia da Trieste, passando per questi luoghi, fino alla Sicilia. Non è dunque una questione della sola collina e montagna appenninica, ma di un vasto territorio nazionale. Le pale ormai ci sono e non sarebbe nemmeno possibile più una opzione tra “eolico si o eolico No”,  come sarebbe impossibile la restituzione dei luoghi alle condizioni originari in nome di una “ presunta nostalgia bucolica”. L’argomento non è nemmeno riconducibile, come direbbero alcuni,  a un “classico conflitto di Classe”  e non si è potuto nemmeno a “modello statalista”. Il tema dell’eolico  già da tempo affligge molte realtà ed è ricchezza per pochi e miseria per molti. Tanti vivono queste questioni e problemi in solitudine, a fronte di una potente Associazione Nazionale dei Produttori dell’eolico (ANEV) che supporta e interviene in alto e in basso. In tanta confusione e baraonda, e frastuoni di voci, un metro di giudizio politico ci vuole.  Non conviene a nessuno, nemmeno ai privati, lasciar fare alla sola cosiddetta “libertà del mercato”, senza definire  certezze e regole per tutti, limiti e programmazione o tutto si va a far benedire in questi luoghi dove non si cresce e il vento, invece di una risorsa per provare restare, finisce per essere un’altra colpa per partire. Se, dopo un movimento anti-eolico selvaggio(V.O.R.I.A., una azione di lotta per piano energetico ambientale regionale, nato qui in Alta Irpinia, trova il Consiglio Regionale della Campania ad approvare ad aprile del 2016 una “Moratoria dell’eolico” per arrivare a definire aree, criteri, indirizzi e opportune valutazione ambientali, e poi dal livello del governo nazionale la decisione viene impugnata. Si vede allora che è questione politica nazionale. E, se per la produzione di energia da idrocarburi sono previste le royalties (7% per produzioni in terraferma di cui per lo Stato il 30% , per la Regione il 55% , Comuni il 15%). Perché, lo si deve dire, perché per le energie alternative non ci devono essere royalties? E se non ci sono, si possono mettere, giocarsi anche questa carta con elezioni alle porte. O le leggi del libero mercato sono le tavole dei Comandamenti?  La domanda è d’obbligo: Quale è il modello che si intende privilegiare, quale tipo di società, quali interessi? La questione è politica, altrimenti è solo politichese.

michele frascione