Biogem: riparte il Meeting Le2Culture sul tema Cibo di Nicola Prebenna

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Fresh fruits and vegetables surrounded by a heart shaped measuring tape on white background
E’ imminente l’avvio del Meeting Le2Culture, che puntualmente nella prima decade di settembre il centro di ricerca Biogem propone al pubblico per una riflessione a tutto campo. Il Meeting è l’occasione per avvicinare il pubblico alla vita del centro, fargli condividere i traguardi raggiunti e prospettargli gli obiettivi che per il futuro si perseguono. Le ragioni di fondo del meeting, che inizia domani, 6 settembre, e si concluderà il giorno 10, risiedono nel proposito di non smarrire mai l’unicità del sapere, che per essere utile all’uomo, ha bisogno di camminare su due gambe: la cultura scientifica e quella umanistica, sempre più intrecciate e interdipendenti, benché per il passato non siano stati pochi i momenti in cui ognuna “ha fatto parte per se stessa”. I temi proposti nel corso degli anni sono stati affrontati tanto dal punto di vista strettamente scientifico quanto da quello umanistico-filosofico. Il tema su cui si cimenteranno gli illustri relatori è costituito dal cibo, visto nella sua molteplice valenza: salute, cultura, piacere e tormento. Che il cibo costituisca l’elemento su cui si regge l’esperienza vitale dell’uomo è constatazione fin troppo semplice; senza di esso la morte domina sovrana. “Il nutrimento è l’essenza della nostra vita; possiamo addormentare la coscienza, possiamo impedirci di pensare, possiamo decidere di impegnarci o meno, non possiamo decidere di smettere di nutrirci, a meno che non intendiamo incamminarci inevitabilmente verso la morte.” (V. Roberti – N.Prebenna: Mi prendo per la gola … e dimagrisco, Delta3edizioni). Nella scelta degli alimenti, nella cura per prepararli, nel modo di consumarlo si rivelano i tratti salienti delle singole culture, così che la varietà delle tradizioni culinarie è specchio e riflesso delle specificità valoriali a cui le singole comunità hanno obbedito ed obbediscono. Senza sottacere che uno dei piaceri più popolari e democratici è costituito proprio dal consumo di cibo in determinati contesti e momenti. E poi il cibo è fonte di gioia e tormento per individui e popoli. Non tutti i popoli, per le più disparate ragioni, dispongono delle stesse risorse alimentari; all’interno delle singole comunità le differenze di classe e di potere segnano una linea di demarcazione netta tra chi il cibo se lo può permettere con facilità e chi stenta a garantirsi la sopravvivenza, tra chi sguazza nel superfluo e chi soffre per la mancanza del necessario. Questa divaricazione, in tono minore, riguarda spesso anche i paesi avanzati, dove le sacche di povertà sono ben occultate, e dove abitudini alimentari scorrette determinano condizioni personali di sofferenza e di disagio. Senza dire dei disturbi noti che, prescindendo dalla possibilità di accedere al cibo con facilità, per motivazioni che afferiscono alla complessa realtà psicologica della persona, sono tanto diffusi e tanto dannosi. Le relazioni annunciate sono varie e articolate. Segnaliamo per ora l’intervento sui nutraceutici, i farmaci per persone sane, l’intervento del premio Nobel per la Chimica 2002, Kurt Wüthich, quello sulla contraffazione alimentare, quelli sugli alimenti propri della nostra tradizione agricola, vino e olio extravergine. Non resta che affidarsi alla relazione di apertura del presidente di Biogem, prof. Ortensio Zecchino.