Sulla questione del dipendente della sanità pubblica ligure, Tullio Rossi, al quale è stato notificato un provvedimento disciplinare per aver denunciato e protestato sull’apposizione di microchip nei camici degli operatori, il Coordinamento regionale della Campania del SI ha diffuso una nota stampa che esamina la questione che di seguito riportiamo integralmente.
“Incredibile questa brutta vicenda che vede Tullio Rossi destinatario di un procedimento disciplinare finalizzato al licenziamento per aver prima denunciato e protestato contro la surreale apposizione di microchip nei camici degli operatori sanitari, giustificata come misura di sicurezza per il trattamento di lavanderia da parte dell’azienda sanitaria ligure e poi, per aver criticato su “Facebook” il cardinale Bagnasco, Presidente dell’ Azienda ospedaliera “Galliera” nonché Presidente della Conferenza Episcopale Europea.
Nel merito Tullio Rossi ha scoperto che nel suo camice, come nel resto di quelli dei 22mila dipendenti della sanità pubblica ligure , era stato apposto segretamente un chip di localizzazione Gps che dovrebbe servire a ottimizzare il servizio di lavanderia e di riutilizzo delle divise ospedaliere ma che costituisce anche un innegabile strumento di controllo del personale anche al di fuori dell’orario di servizio . Inoltre, essendo introdotti in ogni capo dell’abbigliamento di servizio utilizzato, i dipendenti rischiano di averne, a loro insaputa, anche tre o quattro contemporaneamente senza avere alcuna garanzia sulla non nocività del loro utilizzo .
La realtà è che, però, si è voluto colpire un personaggio scomodo per i vertici del “Galliera” e per la sanità ligure usando come pretesto questa critica non consentitagli come lavoratore e rappresentante sindacale. Infatti, lo stesso ha denunciato più volte le gravi problematiche di cui è affetta, non a caso, anche la sanità pubblica ligure. Sinistra Italiana Campana, tra l’altro anch’essa impegnata in una dura lotta in difesa della Sanità Pubblica, ritiene questi fatti di littoria memoria assolutamente inaccettabili e da condannare senza se e senza ma.
Un cittadino, così come un lavoratore ed ancor più un rappresentante sindacale, non possono essere censurati con modalità tanto punitive per inibirne il loro diritto di critica e denuncia. Non possiamo consentire che ciò accada in uno stato democratico di diritto come il nostro. Pertanto, chiediamo con forza che venga ritirata la contestazione mossa a Tullio Rossi e che venga definitivamente interrotta l’avviata procedura di licenziamento.
La dirigenza ospedaliera farebbe molto meglio ad occuparsi con il dovuto impegno a far funzionare i servizi sanitari di cui necessitano i cittadini più che censurare le denunce e le critiche di chi ben conosce ciò che accade dall’interno.”