Regione- La Campania brucia. A Giugliano i roghi fanno la prima vittima

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Da giorni ormai la cenere e il rumore degli elicotteri accompagnano la vita di chi abita alle pendici del Vesuvio. La puzza di bruciato graffia la gola, la polvere passa attraverso i vestiti, scurisce la pelle, brucia dentro, fa rabbia. A Torre del Greco le fiamme lambiscono le abitazioni,centinaia le persone evacuate. Non c’è angolo da cui non siano visibili roghi e colonne di fumo: è una città assediata dalle fiamme. Non brucia solo il Vesuvio, il panorama da cartolina del golfo di Napoli è adesso più simile a quello di una regione bombardata. Brucia il Monte Somma, roghi tra Nola e Villa Literno, tra Caivano e Orta di Atella. Bloccato l’asse mediano tra Afragola e Acerra per i roghi nella zona dell’Ipercoop. Fiamme alla ex discarica di Pianura. A Giugliano, nei pressi del centro commerciale Auchan, bruciano plastica e rifiuti. Roghi tossici all’ex piattaforma per lo smaltimento di rifiuti speciali a Bellona, a fuoco anche l’inceneritore di Acerra, e ancora roghi a Scampia, Mugnano, Ponticelli, alla discarica di Chiaiano, a Caivano, ad Afragola. Si chiude con un bilancio drammatico la giornata di lunedì 17 per la Campania. Il fuoco, quello devastante, è arrivato anche sulla collina di Posillipo. La vegetazione ha cominciato a bruciare dalla mattina, i roghi hanno lambito le strade soprastanti. Sul posto i vigili del fuoco e anche la polizia municipale .Ad essere danneggiata una casa immersa nel verde, al momento vuota, di proprietà della famiglia Grimaldi (gli armatori). Il fronte del fuoco, lungo quattro-cinquecento metri, si è sviluppato nella zona panoramica di via Petrarca. Dai balconi delle abitazioni soprastanti c’è stata gente che ha lanciato acqua sulle fiamme. Nel pomeriggio le fiamme hanno anche lambito l’università di Monte Sant’Angelo, l’area verde adiacente il parcheggio. Un focolaio spento dallo stesso personale dell’ateneo, prontamente intervenuto con gli estintori. Il rettorato ha poi diramato un «invito» agli studenti a lasciare l’università, visto che non c’erano lezioni e gli studenti erano davvero in pochi. Come se non bastasse , gli  incendi hanno fatto la loro prima vittima in Campania. Un commerciante di 53 anni, Giovanni Battista Panico, titolare di un’attività commerciale a Giugliano (Napoli), è morto precipitando dal tetto del suo capannone. L’uomo vi era salito preoccupato per le fiamme che si stavano propagando, dopo che le stesse avevano attaccato anche il capannone vicino dove si producono cassette in legno, quando un lucernario ha ceduto facendolo precipitare sbattendo la testa. Quando è arrivato il 118 l’uomo era già deceduto. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, sembra che l’uomo fosse salito sul tetto per scattare foto da girare all’assicurazione in modo da testimoniare i danni subiti dagli incendi alla propria attività. Con lui sul tetto era salito anche il suocero. Poi l’improvviso cedimento e il volo di diversi metri. Sull’episodio, accaduto in via San Francesco a Patria, indaga la polizia. Un vero e proprio bombardamento chimico, una guerra dichiarata all’ambiente e alla salute della popolazione, una guerra dietro la quale, proprio come per ogni guerra, vanno cercati gli interessi in gioco. La regola è sempre la stessa: se non è autocombustione, basta seguire il percorso dei soldi per arrivare al mandante. Dietro gli incendi che stanno devastando la campania, c’è una precisa strategia criminale.  Un piano costruito a tavolino , con lucida determinazione per imporre alla regione campania una nuova emergenza .la pensa così il governatore de luca, come il sindaco de magisteri . due rappresentanti delle istituzioni spesso in disaccordo tra loro. Questo perché in  Campania l’“emergenza” è un business e dietro c’è la mano dell’uomo. Un disastro di tale portata e così diffuso su scala regionale si spiega solo all’interno di un’azione pianificata e con obiettivi precisi.

Elisabetta Di Fraia