Oltre la cronaca! di Nicola Prebenna

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Succede sempre più spesso che i dati della cronaca si abbattano su di noi con velocità impressionante. Ci stordiscono, ci impressionano, ci irritano o scuotono nell’immediato, e finiscono poi per essere dimenticati dopo brevissimo tempo. Siamo persuasi che su alcuni fatti la riflessione debba essere attenta, spregiudicata, approfondita, perché risulti utile e possa contribuire a migliorare i fatti e, soprattutto, le persone. Alcuni giorni addietro i cittadini della Valle dell’Ufita hanno assistito ad un inusuale dispiegamento di forze da parte dei carabinieri della compagnia di Ariano, impegnati in un’operazione di contrasto alla presenza e azione di spacciatori di sostanze stupefacenti: l’esito dell’operazione ha consentito il fermo di diverse persone implicate nei traffici e spaccio della droga nelle sue diverse forme. Che la roba circolasse anche dalle nostre parti si è sempre saputo, forse non sono sempre state attentamente percepite le dimensioni reali del fenomeno. Il problema esiste, l’uso di sostanze è diffuso, non poche sono le persone, soprattutto giovani, che vi ricorrono, e ogni tanto qualcuno soccombe. Le famiglie, coinvolte senza volerlo, vivono brutti quarti d’ora. Rifuggendo dalla presunzione di voler esaurire in poche riflessioni una problematica molto complessa, richiamiamo alcuni dati che possono aiutarci ad inquadrare la questione. In primo luogo, l’adolescenza e la prima giovinezza sono fasi della crescita turbolente e agitate, in cui o per debolezza personale o per inadeguata attenzione del contesto familiare, una persona può smarrirsi, sentirsi insoddisfatta, inadeguata, e smaniosa di recuperare sicurezza, coraggio, forza, ricorrendo a mezzi esterni, che sia l’alcol, che sia il fumo, che sia la canna poco importa. Conta che il disagio sia superato e che, almeno all’apparenza, il mondo ti sorrida. Fondamentale è il rapporto positivo all’interno della famiglia, non tanto e solo dopo che il danno si è prodotto, quando il ragazzo o la ragazza sono finiti nel giro dell’assunzione, ma quello che deve caratterizzare la crescita del fanciullo giorno dopo giorno. Sbandamenti si possono sempre produrre, nessuno ne è al riparo, ma se il clima di fiducia è stato consolidato, momenti di difficoltà sono superati con una relativa facilità. I pericoli sono sventati all’origine. Ciò non esclude che, anche quando il danno si è prodotto, l’amore e le premure familiari possano avere effetti positivi verso il superamento della dipendenza, però è tutto più difficile e complicato. Anzi sono l’amore, la disponibilità all’ascolto, a cui peraltro i giovani sfuggono, la premurosa attenzione al rispetto ed alla tutela della autonomia personale, che debbono costituire gli ingredienti con cui far fronte alle difficoltà che incontra chi è incappato nel vortice delle sostanze stupefacenti. Altro elemento essenziale è quello della prevenzione: e qui le agenzie educative, in primo luogo la scuola, debbono svolgere una funzione determinante. Informare con amore, educare con passione, spingere i giovani alla conquista, consapevoli delle inevitabili difficoltà, di un domani dignitoso è la scommessa che in tanti dobbiamo tentare. Perseguire, reprimere i trafficanti è azione meritoria delle forze dell’ordine, educare, prevenire, amare è impegno che in tanti, famiglia e agenzie educative, dobbiamo assumere, per la salute e integrità psico-fisica dei nostri giovani.