Bisaccia (AV) – Eolico , che caso é? Lettera di Michele Frascione a un amico lontano che chiede di saperne di più

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“Ma cosaMichele Frascione Bisacciaeolico che caso è è l’eolico?”

 

 

 

Michele   Frascione , ex amministratore del Comune di Bisaccia , prova a rispondere così con una lettera breve e semplificata a un amico lontano che chiede di saperne di più.

————–Caro amico……., provo a darti i principali elementi per una informazione sull’ eolico, semplifico, tanto per darti un breve di insieme utile a farti un’idea, anche a rischio di essere incompleto e parziale.

L’Irpinia è ai primi posti in Italia in potenza eolica installata. La maggior parte degli impianti eolici sono nei territori campani dei comuni di Frigento, Vallata, Bisaccia, Scampitella, Ariano, Savignano, Lacedonia, Monteverde, Andretta e Aquilonia e nei comuni limitrofi della Regione Puglia(Monteleone, Accadia, Sant’Agata, Bovino, Deliceto e ….. fino a Ortanova e oltre.
Si concentra principalmente nei territori di Bisaccia e Lacedonia. In questi due paesi, di più a Bisaccia, a un calcolo approssimato,vi sono oltre 400 pale eoliche. Ma una mappa complessiva, completa e aggiornata degli impianti e dei “derivati” e delle “connessioni”, diffusa, almeno in virtuale, non è reperibile e facilmente accessibile a tutti, La totalità degli impianti appartiene a privati.
Le pale eoliche sono ingombranti, giganti di cemento e acciaio, vanno dai 25 a oltre 80 metri di altezza. Sono costruzioni elevate e di diverse tonnellate di peso, per impiantarle devastano ampi territori per costruire strade, tracciati e fondazioni profonde anche fino a 30 metri. I colori intorno sono visibili in ogni stagione, mentre il colore perenne delle pale resta il grigio-cemento.
La legge nazionale delega le Regioni a fare un piano regolatore dei venti e delle pale eoliche, da cui dovrebbero potersi rilevare vincoli ambientali e paesaggistici, rilievi, alvei, suoli, impatti territoriali più evidenti. Si chiama parco eolico la organizzazione di un insieme di pale eoliche e tutto ciò che ad esse è connesso, servirebbe a garantire un ambiente e un paesaggio protetto, tutelato.
Le royalties: E’ una parola inglese che contiene la parola re. Una volta veniva pagato al re, considerato il proprietario di risorse naturali, Il diritto (tassa) per lo sfruttamento commerciale di una risorsa su un territorio. Oggi il re non c’è più e lo stesso diritto dovrebbe passare allo Stato.
Le royalties e le leggi fondamentali . Il governo Berlusconi con legge del 2003 consente l’esproprio dei terreni per la costruzione di “impianti di energia eolica”.
Il governo Renzi, nel novembre 2015, con una legge dentro un complesso di leggi chiamato “Sblocca Italia”, autorizza la costruzione di nuovi impianti e obbliga i comuni a fare variazioni urbanistiche per tanto.
Con queste leggi le royalties per lo sfruttamento della risorsa vento vengono annullate. I profitti sono esclusivi per le società proprietarie degli impianti. Cosi’: Il petrolio e il vento sono due risorse naturali per produrre energia , ma non sono considerate allo stesso modo. I produttori di petrolio devono versare allo Stato delle royalties del 10% sul valore del gas e del greggio prodotti.( Legge del 2009), secondo cui alle royalty dovute per le produzioni su terra di gas e petrolio, pari al 7%, va aggiunto un ulteriore 3% da destinare al cosiddetto Fondo Idrocarburi, il 7% va ripartito tra: Stato (30%); Regione a statuto ordinario (55%); Comune (15%).
La storia.

Nel 1992, a Bisaccia si autorizza un piano sperimentale, si impiantano in località Toppa (di zona Formicoso). Pare che all’inizio non andasse bene la cosa e 12 pale non vanno in funzione ( costo 8 miliardi di Euro). Come fu e come non fu, difatti si espropriano i terreni di proprietà pubblica e l’impianto viene consegnato prima a una ditta privata che poi la cede ad un’altra società privata. A partire dal 2008 il Comune di Bisaccia perde a mano a mano anche il suo 20% di proprietà. Ora la totalità degli impianti appartiene a privati e anche i profitti. Le pale eoliche oggi sono giganti di cemento e acciaio, ingombranti, alte dai 25 a oltre 80 metri di altezza. Costruzioni elevate e di diverse tonnellate di peso. Per impiantarle si devastano ampi territori per costruire strade, tracciati, fondazioni anche fino a 30 metri. La colore intorno cambia a seconda delle stagioni mentre il colore delle pale resta perenne, grigio-cemento in qualsiasi contesto. Molti lamentano disastrosi impatti ambientali e paesaggistici, ricchezza per pochissimi e miserie per tutti gli altri.
I Ricavi dipendono dai tempi di funzionamento e altre variabili, e le ditte produttrici non hanno interesse a rendere pubblici i loro calcoli esatti.
-Dati nazionali dicono che una pala eolica di terza generazione ha ricavi che possono arrivare fino a 900 mila euro all’anno.
-Per la sua installazione si ricevono assai consistenti incentivi dallo Stato, per quanto definito in accordi internazionali per combattere i cambiamenti climatici e ridurre l’inquinamento.
-Per il territorio sufficiente a installare una pala eolica i proprietari del terreno ricevono un fitto annuo contrattato e abbastanza ordinario, poco più rispetto al valore agricolo del terreno e abbastanza modesto.
In Campania si tenta di regolarizzare l’eolico ma invano.
-Da una parte nel 2015 un movimento anti-eolico selvaggio, nato in Alta Irpinia contro lo sfruttamento sfrenato dell’ambiente. promosso dal Comitato V.O.R.I.A. (Valorizzare, Organizzare, Rivitalizzare Istituzioni e Ambiente), fa arrivare il movimento in Regione Campania.
– Il 23 febbraio il Consiglio regionale approva all’unanimità una decisione che impegna il governo regionale che il 5 aprile 2016 decide un “Moratoria dell’eolico” in attesa che “entro il 3 ottobre 2016 dovranno essere stabiliti i criteri e individuate le aree non idonee alla realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte eolica’… “individuati gli indirizzi per la valutazione degli impatti cumulativi di impianti di produzione di energia elettrica da fonte eolica”
-Dall’altra parte entra in azione l’Associazione nazionale energia del vento (Anev), che segnala le sue considerazioni al governo in merito al contenuto della legge regionale della Campania, ‘ l’incostituzionalità”, rilevando come «La suddetta legge sia in palese violazione dei principi comunitari in materia di liberalizzazione del mercato elettrico e di promozione delle fonti rinnovabili».
-Il Governo Renzi impugna la legge regionale della Campania “che prevedeva la moratoria dell’eolico in Campania”, perché «contrasta con i principi fondamentali della legislazione statale”.
Alcune recenti vicende Bisaccesi dette in breve:
1-Una Ditta, proprietaria di 22 pale eoliche in territorio di Bisaccia, nel 2008 firmava con il Comune un contratto valido per 25 anni: poco più di 300 euro l’anno per tutte le 22 pale.
Non si trattava di royalties, ma di una somma a parziale ristoro di danni ambientali e per servitù di spazi pubblici per impianto e gestione delle attività delle pale sul territorio comunale.
La Ditta alcuni mesi fa ha richiesto al Comune che aveva pagato per due anni e non pagare più’ niente per tutti gli anni successivi fino al termine dei 25 anni stabiliti dal contratto.
2-Il sindaco e la maggioranza consiliare, rigettavano la proposta fatta dalla minoranza consiliare di rispondere con una ingiunzione di pagamento, semmai poi un giudice ordinario avrebbe potuto decidere il passaggio a un lodo arbitrale. Il sindaco e la maggioranza consiliare invece decidevano di passare all’accordo con un lodo arbitrale con la Ditta, per cui nominavano l’avvocato di accompagnamento per la difesa.
3- Il sindaco e l’avvocato rappresentano il Comune all’incontro del lodo, che si chiama arbitrale poiché prevede tre arbitri: Uno nominato dalla Ditta, uno dal comune e uno, che (in linguaggio popolare corrente) si potrebbe definire neutro.
Cosa è un lodo arbitrale, in pratica, è una decisione, assimilabile ad una sentenza di tribunale, che termina una controversia, in questo caso aperta dalla Ditta con il Comune. Conclusioni del lodo: il Comune è condannato a restituire i 650mila euro (esattamente 662,300) incassati negli anni tra il 2013 e il 2014, a pagare le spese arbitrali (circa un 75mila euro), il Comune potrà tenersi solo 550mila euro ricevuti dalla ditta una tanto in questi anni e non ricevere niente di niente per gli anni successivi fino ai 25 anni stabiliti nel contratto iniziale.
Sul sito ufficiale del comune di Bisaccia, si trovano le conclusioni del “lodo arbitrale”.
4- Una seconda istanza ora è cominciata, la seconda difesa, tra i Rappresentanti del Comune e della Ditta davanti ai Rappresentanti Regionali, in cui i rappresentanti del Comune pare vorrebbero mantenere una qualche benevolenza sulla cifra complessiva del contratto iniziale. Intanto c’è già stato un primo incontro preliminare tra Comune, Ditta e rappresentante della Giunta Regionale. Presenti i rappresentanti della Ditta e i suoi avvocati e Il sindaco e lo stesso avvocato. La decisione di andare con solo questi due rappresentanti è stata decisa con una delibera di Giunta Comunale composta da 5 persone: il sindaco e i 4 assessori.
Caro amico….. questo in breve le informazioni che posso darti, spero ti diano un’idea generale, fosse anche generica, per farti un tuo orientamento, non ti aggiungo nessun altra mia valutazione, io credo che ognuno può pensare o immaginare quello che vuole, ma valgono le certezze documentate e certificate dalle autorità proposte.