Molinara (BN) – Dopo il successo di San Giorgio del Sannio ritorna la Rassegna “Ricognizioni”, XI Seminario permanente sulla complessità, alla galleria “Interferenze” di Molinara che ripropone la collettiva organizzata dall’Istituto Italiano per lo Studio e lo Sviluppo del Territorio, a cura di Gaetano Cantone. Dal 29 Giugno al 22 Luglio 2017, in via Valfortore, in mostra le opere degli artisti: Alberto Bocchino, Gaetano Cantone, Alberto Cella, Carmine Iannaccone, Sandro Iatalese, Gioseph Izzo. Così come nel passato il rito della “verniciatura” (vernissage) è prevista alle ore 19 di domani 29 giugno. A salutare gli artisti e le loro “ricognizioni” il sindaco di Molinara Giuseppe Abbaddo e il parroco don Sergio Ingegno. “Le conflittualità dell’arte contemporanea” sarà il tema affrontato da Gaetano Cantone, presidente Istituto Italiano per lo Studio e lo Sviluppo del Territorio. A coordinare gli interventi Sandro Iatalese responsabile galleria Interferenze. Ingalleria, sarà disponibile dei visitatori e degli ospiti alla Rassegna, il catalogo” Ricognizioni” Edizioni Istituto Italiano per lo Studio e lo Sviluppo del Territori. Sponsor per Molinara: Pub- Birreria OLD TRUCK, di Roberto La bella, via R. Margherita, 129, Molinara e Girolamo Raffaele, Edilizia e ferramenta, via Chianella, Molinara.
Per comprende fino in fondo il messaggio più “vero” di ciò che si vuole trasmettere con l’allestimento della Rassegna “Ricognizioni”, che a Molinara viene riproposta ridimensionata nei tempi e negli interventi di “riflessione”, chiediamo all’ideatore e al promoter di questo importante appuntamento dall’alto spessore culturale, Gaetano Cantone, quali sono stati i risultati ottenuti a San Giorgio del Sannio e se rispecchiano le aspettative dell’organizzazione. Non mancheranno le osservazioni del sindaco di San Giorgio del Sannio, Mario Pepe e da chi ha contribuito affinché la manifestazione si realizzasse: la cooperativa La Guardiense che ha patrocinato l’evento culturale. Una rete, di successo, che può davvero cambiare le prospettive di sviluppo e di crescita del territorio: cultura, istituzioni e mondo dell’imprenditoria.
Gaetano Cantone, l’architetto che ha tracciato le linee, questa volta culturali, di un ambizioso e lungimirante progetto. Qual è il bilancio?
«Il bilancio che abbiamo fatto a caldo è più che positivo. Dopo un mese ininterrotto di appuntamenti che univano l’arte visiva (la mostra) e il ciclo di seminari in calendario hanno sollecitato e suscitato interesse in tutti i campi. L’idea di seminario permanente, ha dato conferma che raccoglie in un’unica manifestazione professionalità e l’alto valore culturale delle arti (nel senso ampio del termine) è, oggi, una scelta e una sfida che si rivolge agli intellettuali e alle persone di pensiero perché diventa importante e improcrastinabile la compresenza di più discipline, più argomenti che tra loro hanno relazione peregrine per avviare un processo di evoluzione cultura critica. Aver coinvolto quaranta persone ai tavoli dei vari incontri e averle sollecitate su temi di diversa natura, conquistando il pubblico, è stato un buon risultato vista la deriva culturale in cui versa l’intera nazione e l’incapacità diffusa di uditorio nella costanza».
Si può fare di più e che cosa?
« È necessario che ritorni la stagione della curiosità intellettuale nei limiti dell’immaginario contemporaneo. Oggi, una visione consumistica del mondo mette in evidenza incapacità critica culturale: la “curiosità” diventa l’appagamento alla lettura dell’ultimo libro alla moda che sostituisce la ricerca di sintonie con testi della classicità. Ciò, segna vite di studiosi apparentemente aggiornati che propongono un’offerta culturale di massa a danno della qualità e a beneficio della quantità».
La Conoscenza: come arrivare a tutti?
«Faccio una riflessione, sul piano morale ed etico sulla domanda e pongo un ulteriore quesito: è necessario arrivare a tutti? A tutti vanno date le stesse possibilità ma non tutti hanno interesse verso il campo culturale. Ovviamente va data a chiunque la possibilità di accedere alla conoscenza e ai saperi. Il numero di colori che partecipano ai festival testimoniano proprio l’urgenza di questa conoscenza, ma è qui che scatta il meccanismo di una democrazia partecipata poi ognuno fa la scelta del proprio immaginario identitario. Il messaggio culturale l’espressione culturale».
Quanto conta il linguaggio visivo e verbale per raccontare la bellezza: è da tutti oppure vanno ricercate nicchie?
«I linguaggi verbali e visivi sono tutti codici espressivi che oggi riconosciamo in una relazione necessaria, fondamentale e irrinunciabile tra loro perché abbiamo scoperto che coesistono. Sono vari, complessi, uniti e coordinati dalle nostre competenze e discipline per definire nuovi terreni di senso in una fase particolarmente delicata per la definizione della bellezza; c’è bisogno di rivendicare, anche per la nostra epoca, la specificità dei nostri ragionamenti e delle nostre scelte».
Onorevole Mario Pepe, cosa ha significato e cosa potrà significare ospitare la Rassegna dell’architetto Cantone e crederci, investendo anche come Amministrazione?
«Ricognizione è una rassegna ma stiamo nella definizione generica. Ricognizione è anche un percorso umano, civile, culturale, istituzionale e se è tale, e sostenuto dall’arte non magica ma da quella che nasce attraverso un pensiero riflesso drammaticamente disagiato come lo è oggi, potrà avere una ricaduta sulla vita della nostra comunità. A me interessa il profilo culturale e antropologico: tutte le iniziative che si ispirano alle arti e alla cultura e che contribuiscono a far crescere un quid di consapevolezza nei cittadini devono essere sostenute. Il Comune, questa Amministrazione, ha scelto la cultura al centro dell’universo comunale e quindi tutte le espressioni culturali sono ben accolte e ben sollecitate».
Un bilancio visto dal Primo cittadino di San Giorgio del Sannio
«Piuttosto che fare un bilancio bisogna elaborare una prospettiva. Va fatta una ricognizione di cosa è stato fatto: eccellenti gli approfondimenti sulla complessità del nostro tempo con relatori di alto spessore culturale che hanno saputo mettere a fuoco complessità del mondo contemporaneo sapendo l’uomo nel senso antropologico e nel conteso della comunità civile in questo struttura del successo. In questo senso è stato colto l’approfondimento. A mio avviso l’unica difficoltà, che ha penalizzato un po’ l’intera manifestazione, sono stati i troppi appuntamenti che si sono svolti nell’ambito della Rassegna. Hanno appesantito l’elaborazione della proposta penalizzando una partecipazione più corale e diffuse. È necessario, a volte, cogliere e raccogliere i diversi aspetti di una comunità ancora impreparata. Occorre insistere su questa strada ma bisogna capire come tutto questo si situa e si storicizza all’interno di comunità neo-borghesi a volte indifferenti al cospetto dell’alta cultura».
Cosa è necessario fare?
«In una proposta successiva va considerata una maggiore attenzione su quanto detto pocanzi. Il numero degli incontri, la lunghezza e la diversità degli agganci culturali hanno creato una dispersione penalizzando l’alta qualità dell’evento. Non occorrono voli pindarici ma vanno analizzati vari aspetti. La provocazione culturale non si diffonde nella comunità. È solo un fatto organizzativo di cui bisogna tener conto. Le attenzioni bisogna portarle, provocarle, sollecitarle. Il manovratore Gaetano Cantone ha dimostrato una ricchezza e una vivacità culturale non semplice da trovare in questo mondo. È incline ad aprirsi, non è chiuso nella sua domus aurea della complessità contemporanea ma ama la sfida, le complessità della società contemporanea».
A sponsorizzare Ricognizioni la cooperativa La Guardiense, la più grande in Italia, con 57 anni di storia enologica alle spalle che ha saputo “trasformare” il vino in arte e cultura per e con il territorio e il mondo della Cultura visiva ed espressiva. A rappresentare La Guardiense, Domizio Pigna che non ha esitato a precisare che «quando la cultura è fatta da persone di qualità è un impegno morale quanto civile sostenerla. Inoltre, lo spessore culturale dell’architetto Cantone riconosciuto nel Sannio quanto in tutta la Campania, ci portano a condividere iniziative di qualità che richiamano alla bellezza artistica. È molto importante fare rete: l’unione tra impresa, cultura e l’arte, unite a tante altre cose, può determinare una crescita notevole per il nostro territorio. Ciò si trasforma in maggior reddito, maggiore occupazione per tanti ragazzi che, viceversa in questo momento storico ed in particolare per le congiunture economiche che si sono delineate da decenni nell’entroterra campano, potrebbero andare via. L’arte è ambasciatrice del territorio; le imprese del Sannio quanto quelle dell’Irpinia dovrebbero essere attente a certi input per valorizzare il territorio ed insieme imprimere un immagine, un marchio che faccia di queste terre un esempio, un punto di forza. Di basi e di presupposti ne abbiamo ad infinità: ambiente incontaminato, bellezze paesaggistiche, ricchezze storiche ed archeologiche, potenzialità nell’arte e nella cultura. Ed allora cosa ci serve ancora? Creare sinergia, rete tra imprenditori (e quindi privati), istituzioni e il mondo della cultura per un impegno che sia un progetto e non un proclama d’intenti. Questo lo sviluppo sostenibile e possibile; un progetto e una motivazione per i giovani che devono scrivere il loro futuro».