Avellino – Novità in campo cardiaco:39enne irpina sperimenta il defibrillatore indossabile

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Utilizzato per la prima volta presso l’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino un dispositivo salvavita, denominato “Life-Vest” (giubbotto di salvataggio). Si tratta di un defibrillatore indossabile, che consente di mettere temporaneamente al sicuro da aritmie potenzialmente minacciose per la vita, pazienti affetti da patologie acute ad alto rischio. Il Life-Vest è stato applicato dal team di Elettrofisiologia dell’Unità Operativa di Cardiologia-Utic, diretta daTonino Lanzillo, a una 39enne di Pratola Serra (Av), affetta da cardiomiopatia peripartum. «Dopo l’adeguata diagnosi e stratificazione prognostica, anche con risonanza magnetica cardiaca, e dopo terapia medica– spiega il dottor Lanzillo -,si è assistito a un progressivo miglioramento della funzionalità cardiaca della paziente, ma non tale da garantire una dimissione sicura». Partendo da tale valutazione, i cardiologi Lanzillo, Fiore Candelmo, Felice Nappi e Francesco Rotondi dell’équipe di Elettrofisiologia hanno pensato che l’applicazione del Life-Vest potesse consentire alla giovane un ritorno a casa “protetto”. Il dispositivo, infatti, che si indossa agevolmente a mo’ di corpetto al di sotto dei normali indumenti, è dotato di un trasmettitore che comunica in tempo reale al centro cardiologico le eventuali anomalie del ritmo che si registrano durante la giornata. Ma soprattutto il dispositivo è in grado di riconoscere aritmie mortali e di trattarle mediante l’erogazione di una o più scariche elettriche che ripristinano il ritmo cardiaco normale. «Il giubbotto di salvataggio– continua il dottor Lanzillo –è collegato con elettrodi al torace e, in caso di aritmia, avverte con un “bip” che sta per partire una scarica, che può essere bloccata dallo stesso paziente. Ma se quest’ultimo dovesse essere incosciente, dopo 30 secondi dal segnale, parte la scarica salvavita». Il cuore della 39enne alla quale è stato applicato il Life-Vest sarà dunque monitorato 24 ore su 24 per circa un mese e la donna sarà tutelata dal rischio di un improvviso arresto cardiaco. Al termine di tale periodo, se i risultati del monitoraggio e le successive valutazioni cardiologiche attesteranno il recupero della normale funzione cardiaca, la paziente potrà fare a meno del defibrillatore indossabile.