Salerno- I Giovani della Cisl Università sottopongono alcune riflessioni al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Valeria Fedeli in occasione della visita presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona

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In occasione della visita del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Valeria Fedeli  presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona per l’inaugurazione dello “Sportello d’Ascolto Centro Antiviolenza” interviene il responsabile della Sezione Giovani  Federazione Cisl Università Lucio Amatucci che dichiara: “Riteniamo opportuno porre alla sua attenzione alcune riflessioni in merito a delle tematiche fondamentali finalizzate alla crescita del sistema Universitario.

Innanzitutto poniamo l’accento sulla questione relativa alle Scuole di Specializzazione nell’area medica, campo dove il nostro Ateneo, nonostante i dati Anvur che mettono in evidenza la qualità della formazione in alcuni settori, resta ancora penalizzato per il numero di borse concesse. Dato che determina un rapporto laureati/contratti di formazione tra i più bassi in Italia; in questo riteniamo che la responsabilità vada ricondotta anche ad una scarsa attenzione da parte della componente politica del nostro territorio.

Questione altrettanto importante da sottoporre all’attenzione del Ministro è la condizione relativa ai Dottorati di Ricerca. Prendendo atto che il Consiglio di Stato ha già disposto l’ammissione con riserva dei Dottorati di Ricerca ai concorsi a cattedra di ogni ordine e grado, ritenendo che lo stesso titolo sia peraltro già riconosciuto nell’ambito di quelli valutabili per la partecipazione ed esprimendo “una posizione per la quale l’equiparazione tra dottorato di ricerca e l’abilitazione appare non manifestatamente infondata “, sarebbe importante considerare l’ammissione in sovrannumero dei dottorati di ricerca ai corsi di specializzazione per il sostegno. Conclude Lucio Amatucci :”Apriamo un’ulteriore riflessione di particolare importanza relativa al mandato non rinnovabile con durata di sei anni alla carica di Rettore come previsto dell’art. 2 della legge 240/2010, in quanto lo riteniamo progettualmente non proficuo per gli Atenei, poiché c’è il rischio che con il mandato unico si possano creare condizioni di governabilità finalizzate ad una visione di breve periodo, che incide negativamente sullo sviluppo programmatico delle Università italiane. Sarebbe, quindi, auspicabile prevedere un mandato quadriennale rinnovabile per una sola volta, finalizzato allo sviluppo strategico di lungo periodo degli atenei italiani”.