Castel Baronia (Av) – Reale replica al sindaco: “ Abbiamo letto due sentenze diverse!”
Caste Baronia – Non si placa la lunga polemica montata nel comune di Castel Baronia in merito alle “Quote rosa”.
L’annosa questione, iniziata anni addietro con un ricorso della minoranza consiliare per il mancato rispetto delle quote rosa in giunta, si riapre con un altro capitolo: la sentenza del TAR.
Un ricorso al Tribunale Amministrativo da parte di Patrizia Reale e dell’ex sindaco Cogliani, inoltrato in seguito alla decisione del sindaco Felice Martone, che aveva rinominato l’assessore Fabio Montalbetti, rimosso dalla carica elettiva dal difensore civico.
Un braccio di ferro che sembra continuare anche dopo l’ultima sentenza del TAR, che il primo cittadino unitamente alla maggioranza vede di buon occhio poiché favorevole alla maggioranza consiliare, mentre la Reale considera la stessa sentenza propositiva per l’opposizione.
La tanto discussa sentenza sembra “presentare due pesi e due misure”. Tutto sembrerebbe legato a chi la legge o l’interpreta.
Il Sindaco Martone si era espresso con soddisfazione per una sentenza che ritiene inammissibile il ricorso proposto dalla minoranza.
Posizione smentita dall’avvocato della Reale, Ermanno Salvatore che nel merito ha parlato di un possibile appello al consiglio di Stato, sulla legittimazione di chi, avendo presentato ricorso, era idoneo a procedere.
Sulla posizione di Martone anche il Presidente della Comunità Montana dell’Ufita l’Ing Carmine Famiglietti ex sindaco di Castel Baronia per più mandati e che raggiunto al telefono si è espresso con una breve risposta:
“Sulla sentenza c’è scritto che il ricorso è illegittimo non c’è molto altro da aggiungere”
Non è d’accordo la Reale, che definisce quello che sta succedendo è “a dir poco paradossale, ….anzi
Drammatico. Forse si interpretano le sentenze per il proprio tornaconto”.
La fautrice di questa battaglia “Quote Rosa” parla di letture diverse della sentenza, e accusa il primo cittadino “di rilasciare interviste tese ad influenzare il giudizio dell’opinione pubblica”.
“Il TAR di Salerno – dichiara la Reale – ha semplicemente ed erroneamente statuito la carenza di interesse all’attività giurisdizionale da parte di un consigliere comunale a censurare, mediante impugnazione, gli atti giuntali nonostante ci siano precedenti giurisprudenziali che sconfessano la decisione del tribunale salernitano. La questione che si vuole far passare inosservata è che il TAR non è entrato nel merito della legittimità della composizione della giunta che, a mio avviso non rispetta i principi della parità di genere.
Su questo punto direi che la partita si può ritenere ancora aperta tanto da valutare la possibilità di proporre appello al consiglio di stato al fine di veder ripristinata la legalità violata dalla composizione di una giunta contra legem”.
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