I Veleni della campagna elettorale 2014 alla resa dei conti
Sturno (Av) – Ogni nodo viene al pettine, è solo una questione di tempi. Un vecchio adagio che vale anche per la campagna elettorale delle elezioni comunali di Sturno del 2014; quando nel piccolo centro irpino si venne a creare un clima infuocatissimo, mai registrato prima di allora.
In quell’occasione si sfidarono due liste, quella del “Sole” guidata dal compianto sindaco Aurelio Cangero e quella di “Sturno è Tua” guidata da Di Cecilia Tancredi.
Fu una campagna elettorale senza esclusioni di colpi iniziata con largo anticipo e con un’insolita tensione.
Durante i mesi prima della votazione, ma soprattutto durante gli ultimi giorni prima del voto, successe di tutto: comizi al vetriolo; ingiurie; gomme di auto bucate; minacce dirette e tramite facebook. Per circa sei mesi nel piccolo paese in provincia di Avellino si respirò un clima avvelenato, di tensione e di sfida, che purtroppo caratterizzò negativamente anche i normali e cordiali rapporti tra cittadini.
In quel periodo si registrarono alcune azioni in pieno stile “camorristico”, come l’attacco che subì l’indimenticato sindaco Cangero, quando si ritrovò in casa un delinquente, probabilmente del posto, che furtivamente entrò in casa e gli ruppe il lunotto dell’auto.
Anche le minacce e le ingiurie, alcune delle quali fatte in maniera esplicita senza censura e con aggressione, furono gli elementi che caratterizzarono in maniera negativa la campagna elettorale sturnese. Minacce ed ingiurie che furono oggetto di denunce da parte del sindaco Cangero e di molti amministratori locali e che ora, a distanza di tre anni, si avviano alla resa dei conti.
Le indagini, infatti, sarebbero prossime ad una svolta, grazie ad una serie di interrogatori, atti a conoscere il nome dei complici che avrebbero affiancato alcuni trasgressori locali già identificati.
Nelle prossime settimane sapremo quali saranno i risvolti di questa brutta pagina scritta con violenza e cattiveria da giovani rampolli di indole indomita ed eversiva ed evidentemente, aggravata dagli incitamenti di gente senza scrupolo, che per biechi scopi ha utilizzato qualsiasi mezzo.
L’augurio di una comunità civile e soprattutto degli amministratori, che all’epoca sporsero denuncia, è quello di vedere trionfare la giustizia che attribuirà le giuste pene ai malfattori segnando il passo anche per futuri malintenzionati che a causa della propria dabbenaggine credono di poter usare la pubblica comunicazione come un mitra spianato con il quale sfocare le proprie frustrazioni.
La diffamazione aggravata fortunatamente ha una procedibilità d’ufficio e non è rimettibile e pertanto i provvedimenti e le sanzioni previste dovranno essere attuate. Bisognerà collaborare con la giustizia, fornendo ulteriori elementi, soprattutto da parte di chi ebbe la prontezza e soprattutto la dignità di denunciare i fatti.
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