Petruro Irpino si riconferma come modello di comunità multirazziale e multiculturale. La dimostrazione è il successo dello Sprar Famiglie Petruro: un esempio di integrazione a trecento sessanta gradi da far parlare tutti i media nazionali ed avere, innanzitutto, i “complimenti” ufficiali del Ministero degli Interni per la gestione dei rifugiati politici e richiedenti asilo a seguito dei controlli effettuai in paese qualche settimana fa. Ieri, con un’ulteriore presenza del Vescovo di Benevento, Felice Accrocca, l’aria di solidarietà e accoglienza si è palesata nella sua forma più complessa e armoniosa. Dopo il Battesimo di Victory a settembre dell’anno scorso, ieri è stata la volta di Testimony e Marvelous portati al Sacramento proprio dal Vescovo della Metropolita Beneventana, cerimonia officiata nella Chiesa di San Bartolomeo Apostolo alla presenza dei genitori e dei tanti amici affluiti dai paesi viciniori. La moltitudine di colori dei loro abiti tradizionali si sono mescolati a quelli dei tanti cittadini petruresi e delle zone limitrofe intervenute alla festa. Una liturgia commovente, proseguita, poi, con i festeggiamenti civili a cui hanno partecipato esponenti della Caritas Diocesana di Benevento e tutta la grande Famiglia della Cittadella della Carità sannita. Emozionato il Sindaco di Petruro Irpino, Giuseppe Lombardi, sostenuto dai componenti della sua Amministrazione, da Don Sergio Musto parroco del paese, e soprattutto dal direttore della Caritas beneventana, Don Nicola De Blasio, sempre presente alle iniziative di integrazione quale gestore dello Sprar Famiglie Petruro. Per il sindaco Lombardi una doppia commozione: ha portato a battesimo uno dei bimbi e ha anticipato, a fine funzione, che al prossimo Consiglio Comunale sarà discussa la proposta, unanime dell’Assise e sperata dai cittadini, di conferire la Cittadinanza Onoraria al Vescovo di Benevento, Accrocca.
«Gioiamo oggi, capendo che il futuro – ha detto monsignor Accrocca – passa attraverso l’accoglienza e la valorizzazione delle diversità. Questa nostra Italia sta invecchiando, ma oggi si festeggia la vita e la rinascita nella Grazia di Dio e come recitano dei bellissimi versi di Tagore “Ogni bambino è segno che Dio non è ancora stanco dell’uomo”».
«A Petruro si respira quanto sia grande la Misericordia di Dio – commenta il Sindaco di Petruro Irpino, Giuseppe Lombardi – e quanto la libera convivenza, integrazione e rispetto per l’uomo sia espressione dell’Essenza divina. Come amministratore, non posso essere che soddisfatto. Il nostro paese che sembrava aver perso progettualità per lo spopolamento e allontanamento dei giovani soprattutto per questioni lavorative ha ripreso la vitalità, ciò vuol dire che ogni azione politica/amministrativa fatta in questi ultimi anni non è stata vana. Le famiglie, nostre ospiti, unite alle potenzialità smisurate dei miei concittadini saranno la risorsa a questo territorio che ha voglia di rinascere».
«Gioia, gioia immensa: altri due bambini – afferma il direttore della Caritas, Don Nicola De Blasio – sono diventati cittadini di Petruro. Ciò vuol dire che questo progetto, questo modello, questa integrazione lanciati da Petruro cominciano a diventare davvero importanti e da esempio per tutto il territorio nazionale. Poi, vedere che la gente del paese ha riempito di doni e regali questi bambini, il Sindaco che fa da padrino ad uno di loro e la comunità è coinvolta a pieno sono segnali davvero indicativi: vuol dire che ormai, loro, non sono più stranieri ma sono persone che fanno parte del tessuto di questa realtà. La complementarità, la voglia di costruire insieme qualcosa fa abbattere tutti i muri e le barriere in un momento in cui i venti di guerra stanno soffiando in tutto il mondo. Qualcuno grida alla cacciata allo straniero, dell’immigrato e invece costatare come queste piccole realtà, del nostro entroterra sannita/irpino, riescono a sviluppare qualcosa di così bello ci fa dire che una speranza per il futuro ci sta e che Dio ama il suo popolo».
Eppure, Don Nicola, in tutta Italia si percepisce un sentimento diffuso diffidenza verso gli immigrati. Quasi tutti hanno timore di essere defraudati di qualcosa, dei servizi e soprattutto dei propri diritti di cittadini italiani. C’è qualcosa di più profondo o siamo diventati tutti razzisti?
«C’è qualcosa di più profondo. Il perché? Stiamo vivendo un momento di crisi e quando c’è crisi anche un pezzettino di spazio che ti viene tolto sembra essere rubato da qualcuno. È soltanto una percezione perché la sfiducia o la paura parte dalla non conoscenza dell’altro. Si parla dell’immigrato, come persona x/y, un numero ma, poi, quando si conoscono i nomi, i volti di questa gente ci si rende conto che forse è soltanto la sfumatura del colore della pelle che ci divide dall’altro che ci sta di fronte. Nel momento in cui ci si incontra e ci si conosce cadono tutte le barriere. La paura profonda dei cittadini è che c’è mancanza di lavoro, mancanza di politiche di assistenza per i nostri italiani. Mentre mancano le capacità politiche e amministrative perché gli strumenti di supporto alla popolazione italiano ci sono, occorre solo attivarli. Come Caritas Diocesana di Benevento abbiamo attivato La Rete dei Piccoli Comuni, coinvolgendo vari sindaci e amministratori per erudirli su come e dove si possono trovare le risorse necessaria, che già ci sono nell’attuale legislazione. Come attivare i budget salute, gli Sprar e/o l’accoglienza degli stranieri che invece di farli gestire da cooperative esterne devono avere la governance dei Comuni, come nel caso di Petruro, la cui trasparenza può essere coordinata diversamente: affidare il servizio a cooperative locali nate per mano dei giovani residente del territorio che si consorziano e diventano imprenditori di se stessi. Così c’è sviluppo, così si abbattono le reticenza, così si annientano le diffidenze. Dando lavoro! Un mezzo potrebbe essere l’adesione dei giovani ai Psr, per lo sviluppo agricolo e, quindi, recuperare i beni della terra. Inoltre, ma non per ultimo, c’è il Sia (Sistema di inclusione attiva) che adesso diventerà Rei (Reddito d’inclusione): strumenti che danno ancora un’altra opportunità per le persone svantaggiate di un territorio a cui viene erogato un bonus da poter spendere. Quindi bisogna fare soltanto attenzione: le amministrazioni locali devono saper guardare e saper leggere all’interno delle varie leggi di bilancio che vengono fatte a livello nazionale e a livello regionale. Dove poter intercettare le risorse per fare sviluppo locale e quindi ridurre quella percezione di abbandono dei cittadini italiani a favore e nei confronti degli stranieri. Far comprendere e capire, invece, che le risorse ci sono e devono essere messe in atto».
Entusiasta anche il responsabile Sprar Famiglie Petruro, Marco Milano, che non nasconde l’emozione soprattutto quando prende tra le braccia i bimbi ospiti a Petruro e non solo i festeggiati. Non fa che ripetere «Una grande festa!» mentre il ricco buffet di prodotti tipici irpini e di piatti nigeriani si consuma tra decine e decine di compagnie tra cui gli operatori e il Sindaco.
«Il fatto che il Primo cittadino abbia battezzato uno dei bimbi – commenta Milano – da un valore aggiunto a tutto il lavoro che svolgiamo noi operatori. Ci da la spinta per non fermarci. Ciò che facciamo più che un lavoro è una missione, una vocazione vera e propria. Poi, la vicinanza del Vescovo e della Caritas, ricompensano ogni fatica perché, diciamoci la verità, qualche difficoltà c’è ma se entriamo nell’ottica che l’integrazione è reciproca ogni ostacolo può essere superato. È una doppia integrazione e queste giornate di festa ci aiutano molto».
Jenny Capozzi