La Pubblica Assistenza ANPAS “Rocco Pascucci” si confronta con la cittadinanza durante il convegno di monitoraggio e valutazione del progetto finanziato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale Sinergia tra enti, associazioni di volontariato, genitori per giungere alla inclusione dei ragazzi con disabilità e a rischio dipendenze.
Questo in estrema sintesi viene fuori dal convegno organizzato dalla Pubblica Assistenza “Rocco Pascucci” di Frigento per fare una analisi di un lavoro svolto nel primo anno del progetto “Insieme – giovani nel sociale”. Si tratta di un progetto finanziato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale ed attuato dalla Pubblica Assistenza, e rivolto a giovani dai 14 ai 35 anni con disabilità motorie, psicologiche, con problemi di dipendenze, ma anche ai normodotati.
Di tutto questo se ne è parlato presso l’auditorium di Piazza Falcone e Borsellino del Comune di Frigento. Ad aprire i lavori il Presidente della P.A. “Rocco Pascucci” Sabino Gerardo Famiglietti, che ha ricordato l’impegno dell’associazione e i tanti ostacoli che il mondo del volontariato ha dovuto superare per offrire un aiuto concreto alle comunità.
A seguire i saluti del sindaco Carmine Ciullo, il quale ha ripercorso le tappe delle politiche sociali a partire dalla legge 328, ha ricordato il ruolo del Piano di zona sociale, e l’importanza della solidarietà.
Di questo aspetto ha parlato anche il dirigente scolastico Franco Di Cecilia, che con la scuola prova ad indirizzare i giovanissimi verso la solidarietà e l’inclusione nei confronti di chi è in difficoltà. Il direttore del progetto, Vicente D’Alessandro e la psicologa Maria Pina Famiglietti hanno invece illustrato, il primo, il progetto e, la seconda, ha verificato lo stato ad un anno dell’avvio.
Il direttore D’Alessandro, giovane come tutti coloro impegnati nel progetto, e soprattutto con una forte presenza femminile, ha illustrato i percorsi, che riguardano l’ascolto, i laboratori e il turismo.
I giovani fruitori del progetto hanno imparato a lavorare la ceramica, a riciclare in maniera artistica, ad utilizzare i computer e a socializzare durante le gite turistiche. La verifica del lavoro svolto è affidata alla psicologa Maria Pina Famiglietti, la quale «Ho monitorato come una mamma molto critica», verificando gli obbiettivi raggiunti finora e le criticità venute alla luce.
Il giudizio positivo è della dottoressa Marina Nigro, impegnata nel servizio 118.
È lei che ha potuto “da mamma”, verificare quotidianamente quanto sia servito questo progetto e i miglioramenti registrati dal proprio figlio, diretto beneficiario del centro.
La dott.ssa Nigro conclude lanciando un appello «quando non ci saranno più i genitori che succederà?».
A quel punto dovranno rispondere le istituzioni, poiché le associazioni, perennemente impegnate in simili tematiche, non potranno fare sempre da supplenza.
Durante la manifestazione sono stati mostrati i lavori dei ragazzi, realizzati nei vari laboratori di ceramica, riciclaggio ed informatica, tra cui le foto delle varie uscite turistiche.
La manifestazione si è poi conclusa con la consegna dei diplomi e attestati di partecipazione ai vari channo partecipato alla prima edizione del progetto.
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