Dopo che il 24 gennaio l’abbattimento selettivo del lupo aveva ricevuto un primo ok dalla conferenza Stato-Regioni, si sono scatenate petizioni, raccolte firme, appelli, mobilitazioni.
E così alcune amministrazioni regionali hanno fatto marcia indietro sulle uccisioni.
Lazio e Puglia, contrarie da subito, poi l’Abruzzo, mentre Friuli, Veneto, Piemonte, Liguria e Campania, hanno chiesto un ripensamento. Da qui la decisione del rinvio, utile secondo il ministro Galletti “a far guardare tutti alla realtà dei fatti”. “Non c’è nessuna riapertura della caccia al lupo – sottolinea – ma misure di grande valore scientifico che salvano la specie”.
Per il Wwf Italia è comunque “un segnale importante”, per Legambiente “Il rinvio non aiuta né tutela questa specie e ancor meno risponde alle difficoltà degli allevatori“.
“Per il momento ringraziamo le Regioni e l’opinione pubblica per l’attenzione dedicata a questa emergenza- dichiara il responsabile della L.I.D.A e Lac di Avellino Merola- sperando che si lavori non solo per la tutela della specie che dovrà essere accompagnata da interventi finalizzati a garantire una convivenza adeguata con essa “