Quella di domenica sera è stata una partita particolare per la Scandone. Dopo una Supercoppa giocata ad alti livelli era forte l’attesa del pubblico bianco verde di vedere all’opera i suoi nuovi beniamini. Infatti la prima nota positiva sono stati i tremila e passa spettatori che hanno gremito gli spalti del Pala del Mauro. Avellino ha lasciato la Scandone alla semi finale dei play off, assicurando domenica un sostegno ed un calore uguale alla serie scudetto. Ciò che ci ha impressionato è stato il sostegno incondizionato alla squadra assicurato dalla tifoseria tutta dal primo all’ultimo minuto. Per quanto riguarda invece la prestazione degli atleti irpini bisogna subito mettere in risalto le note positive della serata. Prima di tutto la prestazione stellare di Levi Randolph. L’americano è un giocatore di talento completo in ogni ruolo. Sa aggredire benissimo il canestro partendo in penetrazione, ha un tiro da oltre l’arco molto preciso e sa dare il dovuto supporto in fase difensiva non perdendo mai l’uomo assegnatogli dal coach. Dunque una prima da incorniciare per il rasta della Sidigas, che in 28 minuti di utilizzo ha totalizzato ben 22 punti, con un sei su sette da due e un tre su cinque da tre. Ottima la prestazione offerta anche da Andrea Zerini. Il lungo non è stato utilizzato centralmente dall’allenatore, in quanto Sacripanti ha preferito usufruirne nei giochi perimetrali, liberandolo al tiro soprattutto dalla fascia sinistra. E da quel lato sono arrivate le migliori giocate dell’ex brindisino, con un quattro su quattro da tre mortifero per la squadra avversaria. Anche al centro Joe Ragland e Marques Green hanno egregiamente svolto il proprio ruolo. Ragland ha praticamente giocato tutta la partita, totalizzando alla fine sedici punti e risultando deciso negli ultimi minuti nella gestione di palloni particolarmente delicati. Green va apprezzato per l’intelligenza che offre alla squadra quando entra sul parquet. Ancora non si sono perfettamente affinate le sintonie con i nuovi arrivati, per cui non si sono visti quei passaggi esaltanti visti nelle passate stagioni. Comunque alla fine ha fatto registrare ben undici assist, risultando il miglior assist man della giornata di lega. Maarten Leunen è stato anche domenica sera un gigante della Scandone. Infatti si è preso tutte le responsabile da leader della squadra di Sacripanti, cercando e trovando spesso il tiro pesante e alzando un muro in fase difensiva rispetto ai temibilissimi lunghi torinesi. Decisamente sotto tono la partita giocata da Retin Obasohan. Il minutaggio garantitogli dal mister è effettivamente molto poco per consentire al giocatore di esprimersi al meglio. Undici minuti sono un tempo da panchinaro di lusso. Il belga americano ha dimostrato a Milano di avere un talento esplosivo, per cui ci auguriamo che la scelta di Sacripanti di tenerlo a riposo rientri più in un’alternanza di defaticamento che non in un ridimensionamento del giocatore. Analogo discorso si può fare per Adonis Thomas. L’americano deve essere il perno di questa squadra. Già abbiamo avuto modo di ribadire che un giocare di tale atletismo all’ombra del partenio non si era mai visto. Domenica sera è risultato anche lui decisamente sotto tono. Sicuramente la velocità e l’atletismo dei torinesi gli hanno creato non pochi problemi. Infatti un giocatore come Thomas non può refertare solo sei punti in ventuno minuti di utilizzo. Inoltre se consideriamo che lo score è pervenuto da due bombe si capisce chiaramente che domenica nè l’atleta ha giocato per la squadre nè la squadra ha fatto altrettanto per lui. Ci auguriamo che sia stata solo una giornata negativa da archiviare quanto prima. Infine bisogna analizzare la vera nota dolente di questa Scandone. Infatti il reparto lunghi purtroppo ci continua a lasciare perplessi. Marco Cusin non è il giocatore visto l’anno scorso a Cremona. In questa Scandone non ha ancora trovato il proprio ruolo, per cui spesso ci è parso spaesato al centro dell’area avversaria. Ha giocato una buona partita in fase difensiva, però per quando riguarda la funzione svolta nell’area avversaria è risultato spesso evanescente soprattutto sui palloni da recuperare a rimbalzo. Inoltre è stato cercato poco dal gioco perimetrale, non assicurando la dovuta fluidità ai meccanismi disegnati dall’allenatore. Va rivisto sicuramente il ruolo di Cusin, perché il lungo della nazionale è stata la prima scommessa degli acquisti estivi della società. Analogo discorso può farsi per Kyrylo Fesenko. Il lituano è sicuramento più in forma rispetto al giocatore visto a Milano. Velocità di gioco non li vedremo mai da un lungo della stazza di Fesenko, ma alcuni movimenti, come le giocate spalle a canestro, sono nel suo repertorio ed a questo Avellino non possono mancare. Fesenko anche se ha sbagliato tantissimo dalla lunetta è stato comunque importante perché a caricato di falli gli avversari, che sicuramente avrebbero avuto non poche difficoltà nel caso si fosse arrivati all’over time. Anche questo è un elemento da non sottovalutare. Infine sugli spalti del Pala del Mauro si è vista una vecchia conoscenza della Scandone, Linton Johnson. Il presidente probabilmente non ha alcun contratto per questa stagione e visto che vive a Caserta sarebbe un bel sogno per la tifoseria bianco verde. Riproporre il duo Green-Johnson sarebbe un ulteriore regalo per i tremila del Pala del Mauro. Sognare non costa nulla e questa società invita a volare alto.